da Unità
Sabato, 15 Settembre 2007Veltroni: «Mettiamo il turbo alla scuola»
Roma
SULLA FORMAZIONE l’Italia si gioca tutto. «Se non si mette il turbo nella scuola e nell’università» il Paese resterà fermo, come adesso. E quindi il Partito democratico, se davvero vorrà essere nuovo, non potrà che partire da qui. Della centralità della formazione, insieme a quello dell’innovazione, della precarietà, Veltroni parla da tempo. Ieri il sindaco di Roma, Dario Franceschini, e il ministro dell’istruzione Fioroni hanno parlato a un’iniziativa del Partito democratico sulla scuola, i giovani. Proposte: scuole aperte al pomeriggio, università pensate come campus, politiche di sostegno agli asili nido. Ovviamente, piena adesione all’innalzamento dell’obbligo scolastico ai 16 anni. E apertura al nuovo, a cominciare dal linguaggio del computer, che non potrà certo sostituire Omero e Virgilio, ma che già oggi connette col mondo milioni di giovani.
Inizia Fioroni su un problema di diritti: «Serve - dice - uno straordinario nuovo patto tra stato, regioni e autonomie locali sull’insegnamento di sostegno, perchè la scuola non può più essere lasciata sola». Il ministro cita la lettera della mamma di Luca, un ragazzino diversamente abile che quest’anno non avrà più l’insegnante di sostegno. «Questo non deve più accadere, perchè l’integrazione di tutti è la cifra della civiltà di una scuola». Veltroni raccoglie l’invito del ministro. «La scuola deve davvero essere garantita a tutti attraverso le pari opportunità, e quindi anche i ragazzi diversamente abili hanno diritto al sostegno per evitare che si sentano esclusi e isolati». Veltroni vuole una scuola aperta, viva, che premi il merito e il talento, che sappia dire anche dei no, che sia comunque l’inizio di quella formazione perenne che accompagna la persona per tutta la vita. «Se le cose andranno in un certo modo - afferma - ci dovremo confrontare su alcune proposte».
Il sindaco di Roma parla della possibilità di tenere aperte le scuole di pomeriggio: in quanti quartieri delle nostre città - afferma - si fa fatica a trovare dei luoghi dove si possono incontrare i nostri ragazzi. Perchè allora non ci mettiamo tutti insieme, Stato, regioni, province, comuni, associazioni e troviamo il modo per creare dei luoghi vivi dove i giovani possano andare, studiare, vedere film, seguire conferenze, fare sport? «In luoghi come questi i ragazzi sentirebbero la scuola come loro». Stesso discorso per le università: «Perchè non intraprendere un’esperienza pilota nelle università ragionando in termini di campus, pensando agli atenei come «luohi in cui si può dormire, studiare fare sport, trovare librerie, mangiare». Ultimo tema: gli asili nido, «questione decisiva», dice Veltroni, su cui il Pd deve aiutare il paese a fare un salto, perchè dal ostegno alle famiglie dipendono anche gli idnicatori della natalità e dell’occupazione femminile. All’estero, ricorda Veltroni, le donne lavorano di più e fanno anche più figli.
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