da Repubblica
Sabato, 15 Settembre 2007Più soldi ai ricercatori del Poli
Il rettore: una mossa nella battaglia al precariato
Torino
Il direttore Rasetti: "Ma restiamo indietro rispetto alla media delle borse europee"
"L´iniziativa punta anche a trattenere da noi alcuni dei cervelli più promettenti"
TIZIANA CATENAZZO
Fare ricerca al Politecnico conviene: il rettore Profumo alza di circa 150 euro al mese gli stipendi dei dottori di ricerca e dà loro la tredicesima, pari a circa 900 euro, oltre a nuove opportunità di partecipazione al sistema della didattica e della ricerca dell´ateneo, e quindi di guadagno. L´investimento per quest´anno è di un milione di euro per tutti gli iscritti alla Scuola di Dottorato: sono 600, ad oggi, divisi nei tre anni di corso, e 220 quelli che inizieranno a gennaio. «La battaglia contro il precariato comincia anche da operazioni come questa - ha spiegato il rettore – perché è tramite il dottorato che gli atenei sviluppano il più delicato dei loro compiti, quello di prendersi cura, con efficienza e senza sprechi, dei migliori talenti, favorendo e proteggendo l´eccellenza».
Ogni anno, al Poli arrivano più di mille domande per i 220 posti da dottore di ricerca: «Ma parliamoci chiaramente – ha aggiunto Mario Rasetti, direttore della Scuola – Noi dobbiamo sviluppare una politica più incisiva e attraente, per aumentare il numero dei dottorandi: la borsa di studio è pari attualmente a 800 euro netti mensili, decisamente inferiore alla media europea e ai 1600 euro delle borse statunitensi, cinesi, giapponesi. D´altro lato, verifichiamo dolorosamente che non sempre nei corsi di dottorato arrivano a iscriversi i migliori, e cioè i laureati con i risultati più alti e convincenti. Anzi talvolta il dottorato è una scelta comoda, di ‘parcheggio´. Infine, gli stranieri preferiscono sempre altri Paesi, e per il dottorato il nostro viene quasi ignorato dalle grandi potenze della cultura scientifica e tecnologica; mentre i nostri trovano lavoro all´estero. Da qui, la decisione del Politecnico di aumentare le borse, entro i limiti e le possibilità che possiamo permetterci».
Ma l´aumento di stipendio non sarà automatico: ci sarà un´attenta valutazione del lavoro svolto, sia nell´apprendimento che nella ricerca. «Vogliamo giungere a una più forte integrazione dei dottori nel sistema accademico: da quest´anno parteciperanno a progetti di carattere industriale e applicativo ma anche a progetti di base, con compiti specifici che verranno retribuiti: esattamente come avviene nelle università europee e americane con le "research assistantship"». Ma ai dottori si affideranno anche le cosiddette "teaching assistantship": moduli di didattica, soprattutto esercitativi, che verranno pagati completamente, senza più tener conto delle soglie minime d´insegnamento. Contro il precariato, un passo ulteriore arriverà dalla pubblicazione dei decreti ministeriali: Rasetti, che è consigliere di Mussi per il dottorato di ricerca, conferma l´ipotesi di portare dal 60% al 100% le agevolazioni fiscali per le piccole e medie imprese che vorranno sostenere, con borse di studio, il dottorato. Oltre alla possibilità per le aziende di godere dell´esenzione per i primi tre anni, dopo l´assunzione dei neodottori. «Saranno azioni importanti. Per un ateneo come il nostro, in particolare, aiuteranno a sviluppare un legame sempre più forte con il mondo della produzione».
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