da La Repubblica
Giovedì, 7 Settembre 2006L'iniziativa del classico 'Pigafetta', primo istituto in Italia ad aver inserito tra le discipline la lingua orientale con tanto di colloquio alla maturità e pagella
Vicenza, ore 9: lezioni di cinese il liceo apre le porte a Confucio
Il progetto con la consulenza scientifica dell'università Cà Foscari di Venezia. Industriali e sindacati: "Un esempio di globalizzazione utile per il mercato"
di ANNA MADRON
VICENZA - Ore 9 lezione di cinese. Sarà così al liceo classico 'Pigafetta' di Vicenza, unica scuola in Italia ad inserire tra le discipline curricolari anche la più parlata tra le lingue orientali. Una piccola rivoluzione e un progetto ambizioso che la scuola vicentina inseguiva già da un paio d'anni ma che solo ultimamente è decollato, grazie all'appoggio della Direzione scolastica regionale e del Csa, al sostegno finanziario dell'imprenditoria locale e al contributo determinante del dipartimento di studi dell'Asia orientale dell'Università Cà Foscari di Venezia.
E' stato infatti l'ateneo veneziano a prestare la consulenza scientifica all'iniziativa, indicando i contenuti del programma ma anche i docenti, uno dei quali di madrelingua, che avranno il compito di insegnare ad una classe terza di quindici studenti ideogrammi, grammatica e civiltà. Dunque per la prima volta a livello nazionale il cinese entra non solo in classe, ma anche nella pagella, accanto all'italiano, alla matematica, al latino, alla filosofia e ad altre due lingue straniere europee.
L'indirizzo in cui si inserisce la sperimentazione è infatti quello linguistico del liceo in cui, in virtù dell'autonomia scolastica, è stato possibile introdurre nuove discipline a patto di non eliminarne nessuna di quelle già esistenti, come richiesto dal Ministero che consente di innovare utilizzando il 15% dell'orario complessivo. Se la forma dunque non deve cambiare, può cambiare però la sostanza. E a Vicenza si è deciso di imboccare una strada inedita oltre che impegnativa, soprattutto per i ragazzi che si cimenteranno con la lingua di Confucio per cinque ore a settimana nel corso del triennio.
Spiega il preside del liceo 'Pigafetta' Giorgio Corà: "Il fatto nuovo è che finora il cinese era entrato nelle scuole italiane solo come materia extracurricolare, con ore pomeridiane, quasi sempre a pagamento e senza valutazioni finali". Al Pigafetta non sarà così visto che di cinese ci saranno compiti, interrogazioni e perfino il colloquio di maturità. "Crediamo in questo progetto - riprende il preside - perché siamo convinti che la scuola di oggi, in particolare i licei, debba formare il futuro cittadino del mondo, non solo quello dell'Europa. E allargare lo studio delle lingue straniere guardando all'Est asiatico è la carta vincente, specie in questi anni di vorticosa globalizzazione".
Non a caso sia i sindacati, a partire dalla Cisl, sia l'Associazione Industriali di Vicenza, in particolare il distretto orafo, hanno manifestato fin dall'inizio grande interesse per la proposta. Motivo? All'industria servono sempre più conoscitori della lingua e del mondo asiatico, ma formarli comporta costi proibitivi. Il cinese studiato a scuola garantisce invece conoscenze di base sulle quali sarà più facile innestare corsi di perfezionamento specifici. Con buona pace dell'inglese, del francese e del tedesco costretti ad accettare il fatto che anche a scuola la Cina è ormai sempre più vicina.
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