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Umbria: Ragazzi a scuola senza sostegno
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da Messaggero
Giovedì, 7 Settembre 2006

Troppo poche le cattedre per insegnanti d’appoggio ai disabili

Umbria: Ragazzi a scuola senza sostegno

di LUCILLA PICCIONI

Troveranno tutti i professori in cattedra gli studenti ternani per cui, tra pochi giorni, suonerà la prima campanella dell’anno.
Le nomine degli insegnanti sono state assegnate e rimangono solo piccoli spezzoni di cattedra, quelli di poche ore.
Ma anche a questo si troverà rimedio perché, al Csa, l’ex Provveditorato, è stata convocata una nuova sessione straordinaria proprio questa mattina, una nuova convocazione per ricoprire tutti i posti vacanti. E questo vale anche per il personale Ata, ossia quello non docente. Tutti in Provveditorato per assegnare i posti rimanenti per bidelli e applicati di segreteria.
L’inizio dell’anno quindi sembrerebbe tranquillo ma non per tutti gli studenti è così. I problemi, e grossi, invece rimagono per quanto riguarda le cattedre di sostegno, quelle per gli insegnanti che devono seguire gli allievi svantaggiati in modo tale da garantire, anche a loro, il sacrosanto diritto allo studio.
Nella provincia di Terni ce ne sono disponibili 160 mentre ne servirebbero molte di più. «E’ difficile quantizzare il numero preciso perché ogni caso ha una sua storia, delle sue particolari esigenze. Qui abbiamo a che fare con dei ragazzi svantaggiati e parlare di numeri e statistiche diventa veramente impossibile, direi fuori da ogni logica. Il problema è di altra natura, di fiducia. La Direzione Scolastica Regionale deve dire chiaramente se accetta o no le richieste che vengono dai presidi che hanno il polso della situazione», commenta Carla Fiori della Cgil Scuola. Altrimenti si rischia di arrivare a quelle proposte, che sono piovute addosso ad una scuola media ternana, in cui si prevedono sei ore per bambino con problemi. Senza fare alcuna distinzione, senza considerare le grandi differenze che caratterizzano ogni studente. «Ma che significa - dice ancora la Fiori - c’è chi di sei ore non sa che farsene e chi invece ne ha bisogno di molte di più. Ogni ragazzo ha una difficoltà diversa che va affrontata in modo diverso». Il problema quindi è quello di saltare la burocrazia,le quote che assegnano un certo numero di insegnanti per un altro numero di ragazzi con problemi.
«Bisogna capirsi su che tipo di integrazione si vuole raggiungere. La scuola ora deve far fronte a molti tipi di integrazione. Che tipo di garanzia vogliamo dare rispetto a questo problema? Che tipo di sostegno vogliamo garantire ai portatori di handicap?»
La matassa è complicata perchè se è vero che a mancare è il personale specializzato per qusto tipo di insegnamento, è pur vero che, se anche ci fosse, mancherebbero comunque le cattedre che vengono assenate provincia per provincia dal Ministero della Pubblica Istruzione. Vale a dire che se le richieste superano il numero di cattedre stabilite non si può fare nulla anche se ci sono gli insegnanti disponibili per quei posti.
Fino ad ora a questa mancanza si è cercato di sopperire con l’aiuto delle Asl e dei Comuni che hanno messo a disposizione dei loro operatori. Ma anche qui la situazione è disastrosa perchè c’è stato il taglio della finanziaria che ha falciato i fondi per i servizi sociali.
Che si potrà fare allora?
«Dovremmo cercare nuove strade» dice Lucia Diamanti della Cisl scuola.
Ma intanto nella materna di Sismano, tanto per fare un esempio, c’è una bambina che quest’anno non troverà la sua insegnante di sostegno ad attenderla, anche se l’aveva fino allo scorso anno.
Lei, per età, sarebbe dovuta passare alle elementari ma i genitori, in accordo con gli spicologi e gli esperti che seguono la bambina, hanno deciso di farla rimanere un altro anno alla materna.
Ma come si troverà se non avrà più la sua insegnante di sotegno?


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Date: 07 Sep, 2006 on 08:39
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