A Genova 6.500 bambini stranieri, nati in 104 paesi diversi

Una scuola di mille colori

Negli asili nidi un bimbo su quattro non è italiano. Ma ormai cambiano pelle anche le superiori
L´assessore Sassano: "Per la prima volta dopo trent´anni dobbiamo pensare a costruire nuovi edifici"
DONATELLA ALFONSO

CI SONO bambini di 104 diversi paesi, nelle scuole di Genova; e l´anno scolastico 2006/2007, che si aprirà la prossima settimana, porterà il totale degli stranieri a circa 6500, dai nidi alle superiori, portando al 10% la percentuale nella scuola primaria e al 25% nei nidi; e la lingua che più si ascolta, dopo l´italiano, è lo spagnolo. La prevalenza è infatti sudamericana, gli ecuadoregni in primo luogo che rappresentano circa il 50%, seguiti poi da albanesi e rumeni. I più grandi si iscrivono soprattutto agli istituti tecnici e professionali (Bergese, Odero, Firpo i più gettonati) e costituiscono circa il 5% degli iscritti totali; molte anche le famiglie straniere che, non trovando posto nei nidi pubblici, hanno seguito la proposta di quelli in convenzione, tanto che lista d´attesa è scesa da 600 a 400 unità. E mentre l´integrazione interessa la scuola, ma cerca di seguire anche le famiglie e i quartieri - cinque le grandi zone di immigrazione, almeno per quanto riguarda i numeri scolastici - stranieri e italiani fanno lievitare la popolazione scolastica, che per quanto riguarda il vecchio "obbligo", cioè fino alla fine delle medie, ammonta a circa 32 mila unità. Così le vecchie scuole, di nome e di fatto, non bastano più, e per la prima volta da trent´anni in qua si comincia a pensare a costruirne di nuove.
«Abbiamo già speso tre milioni di euro per gli adeguamenti sulla sicurezza e altri cinque sono stanziati per interventi straordinari e ordinari, ma ora ci vuole un piano nazionale, fondi per l´edilizia scolastica. perché, davvero, spazi e strutture non bastano più, e diventa essenziale se si vuole conservare e adeguare alle necessità il patrimonio scolastico» dice Andrea Sassano, assessore comunale alla scuola. Rivoluzione copernicana, quindi, anche se per l´anno che arriva - e che sembra aver risolto i problemi più impellenti sotto il profilo delle strutture - bisognerà stringersi negli spazi che si hanno, nelle 253 scuole di proprietà comunale.
Partenza senza grossi problemi strutturali, prevede un abbronzatissimo Sassano, reduce da incursioni sub su cime vulcaniche sommerse. Ma la grande scommessa delle scuole genovesi resta l´integrazione, attraverso il lavoro minuzioso del Laboratorio Migrazioni, con la collaborazione di quaranta mediatori culturali, alcuni impegnati esclusivamente nelle cinque zone di maggior prevalenza straniera a scuola, per creare un punto di riferimento per i ragazzi, le famiglie e il quartiere. «Non dimentichiamo che ora ci sono i ragazzi della seconda generazione, che quindi affrontano le difficoltà del confronto tra le due culture» precisa Marina Cinieri, infaticabile responsabile della programmazione interculturale. «Ci vogliono fondi, la Regione e il governo devono tenerlo presente - insiste Sassano - Genova non vive situazioni drammatiche per quanto riguarda l´integrazione, sia perché i numeri sono più bassi rispetto ad altre città e sia perché la scuola ha potuto fare molto. E´ il caso di insistere».