Lo scorso 1 giugno i Verdi hanno presentato ufficialmente il “Manuale di autodifesa del bagnante”, un’iniziativa realizzata a seguito di una interpretazione restrittiva della nuova norma sul libero accesso alle spiagge. La notizia pubblicata il 30 maggio dal quotidiano La Repubblica elenca tra le principali sette violazioni da cui difendersi “l’accesso per disabili fino alla battigia”.

La raggiungibilità della battigia costituisce oggi un elemento che è garantito a norma di legge, ma non sempre garantito nei fatti, elemento che comincia ad essere sempre più diffuso sulle spiagge italiane, un servizio che eleva la fruibilità delle spiagge ma di certo non garantisce la soddisfazione di trascorrere una piacevole giornata al mare per una persona con disabilità.

Ma quando uno Stabilimento Balneare è accessibile? Forse dovremmo anche chiederci cosa nello stabilimento balneare deve essere accessibile. Molto spesso non si riesce ad entrare, men che meno arrivare all’ombrellone e a volte il bagno “per disabili” è occupato da boe, sdraio e altre amenità, con il buon proposito di liberarlo nel caso si dovesse presentare una persona che ne ha bisogno!

Ma gli elementi che concorrono a definire una spiaggia accessibile sono diversi e di facile applicazione, spesso più di quanto non si possa immaginare.

A raccogliere su più livelli gli elementi che oggettivamente consentono di definire uno stabilimento balneare accessibile è il documento realizzato dall’Associazione SiPuò e approvato dalla FISH per le persone con disabilità.

FISH
Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap
Pietro V. Barbieri

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Associazione Disabili Visivi
Giulio Nardone