Subject | : | COBAS: Comunicato 17 settembre 2001 |
Author | : | edscuola redazione@edscuola.com |
Date | : | 18 Sep, 2001 on 07:58 |
Piattaforma per lo SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA E MANIFESTAZIONE NAZIONALE Contro la parità tra scuola pubblica e privata, neanche una lira alla scuola privata. Istituzione di scuole materne statali e di elementari e medie con tempo pieno e prolungato su tutto il territorio nazionale. No alla disgregazione regionale e localistica della scuola pubblica, no all'autonomia della scuola-azienda. Aumento di diecimila miliardi per il finanziamento della scuola pubblica. Cancellazione definitiva della Riforma dei cicli, contro la reintroduzione dell'avviamento professionale e la divisione tra scuole d'addestramento al mestiere e licei. Mantenimento dell'attuale scuola elementare e media, obbligo scolastico a diciotto anni con biennio unico alle superiori e presalario a tutti gli studenti dopo i sedici anni. Non più di venti alunni per classe, 15 in presenza di portatori di handicap. No alla gerarchizzazione e alla divisione salariale tra i docenti in base al presunto "merito". Salario europeo a docenti e ATA, anno sabbatico di aggiornamento, ruolo unico docente. Assunzione di tutti i precari docenti e ATA sui posti vacanti e salario minimo garantito durante i periodi di non lavoro. No all'equiparazione del lavoro svolto nella scuola privata con quella pubblica. Ritiro del DM che taglia ventimila posti ATA. Aumento degli organici ATA e assunzione stabile degli LSU. Restituzione del diritto di convocazione di assemblea ai lavoratori, alle organizzazioni di base e ai singoli eletti RSU, ripristino del pieno diritto di sciopero. http://www.edscuola.it http://www.edscuola.com Mail: redazione@edscuola.com |
Subject | : | Re:COBAS: Comunicato 17 settembre 2001 |
Author | : | maurizio maurizio10@katamail.com |
Date | : | 18 Sep, 2001 on 12:13 |
D'accordo con voi se vi impegnate a lavorare 40 ore settimanali ..... |
Subject | : | Re:COBAS: Comunicato 17 settembre 2001 |
Author | : | Concetta anti@libero.it |
Date | : | 19 Sep, 2001 on 13:12 |
Anche se il mio contratto è stipulato per 18 ore settimanali, personalmente, lavoro più di 40 ore a settimana (e senza incarichi aggiuntivi con retribuzione ulteriore). |
Subject | : | Re:COBAS: Comunicato 17 settembre 2001 |
Author | : | Io io@tin.it |
Date | : | 20 Sep, 2001 on 03:42 |
Queste obiezioni ignorantesche (se volete più soldi lavorate di più...) le avremo sempre, sino a che non avremo un ordine dei docenti e non sarà chiaro una volta per tutte che la nostra è una professione. Perchè non vengono rivolte a categorie professionalmente tutelate? Perchè le risposte che danno determinati sindacati (anche i Cobas) sono sempre sulla difensiva (io lavoro più di 40 ore...etc). La verità è che i docenti NON SONO IMPIEGATI e la funzione docente non è parificabile a quella di un impiegato, proprio perchè è una funzione atipica e professionale: l'unica professione per la quale non è ancora previsto un ordine (grazie agli impiegattizatori ed agli operaisti!). Sveglia. Io |
Subject | : | Re:COBAS: Comunicato 17 settembre 2001 |
Author | : | franco francomartino@libero.it |
Date | : | 20 Sep, 2001 on 09:36 |
E' una vecchia querelle, tra chi ritiene che la scuola sia un lavoro impiegatizio (e quindi ritiene che i docenti lavorino molto ed in questo senso non si può chiedere un aumento se non si lavori come gli altri impiegati) e chi ritiene che il nostro lavoro sia una professione e quindi non si può quantificare in termini di ore. Le due ipotesi si scontrano, in quanto nel primo caso occorre definire un orario onnicomprensivo (36-40 ore), nel secondo caso noi siamo equivalenti agli avvocati o simili e quindi occorre definire un albo docenti. Bisognerebbe ricordare che le professioni sono un'invenzione del ventennio e molti ne chiedono l'abolizione (vedi i giornalisti ed altri) in quanto pressuppone le corporazioni e una società che nel terzo millennio dovrebbe essere dimenticata, la questione si deve vedere in modo più articolato:il nostro è un lavoro di tipo intellettuale per le conoscenze che richiede, non può essere facilmente assimilabile ad altri per il rapporto di tipo educativo che si instaura con gli studenti (pressuppone anche un aspetto relazionale ed emotivo che altre professioni non hanno) e non può essere quantificabile in termini di ore complessive. Ai nostalgici del tempo che fu ( i professionalisti) il valore sociale di un lavoro o professione dipende dall'impatto che ha sulla società e sulla valenza che i cittadini danno in termini di importanza (adesso vanno di moda attrici e calciatori, in altre epoche nemmeno i medici riuscivano a vivere, ecc.). Agli impiegatizi perchè avete l'esigenza dio farvi controllare il vostro intelletto, è vero che alcuni nostre funzioni sono di tipo burocratco, ma la maggior parte del nostro lavoro faticoso pressuppone una rielaborazione quotidiana, altrimenti potremmo essere sostituiti da programmi standardizzati gestiti da un computer, utilizzabili nel caso dell'addestramento, mentre noi dovremmo formare ed educare alla vita e alla crescita civile. Chiediamo giustamente un salario europeo e cerchiamo di riuscire ad entrare nel senso comune per l'importanza e la basilare necessità sociale del nostro lavoro, tutte le altre questioni sono intelletualismi che non ci fanno fare un passo avanti, ne serono per migliorare la nostra condizione. 18 ore sono molte con certi ragazzi, non parliamo delle 22 delle elementari. |
Subject | : | Re:COBAS: Comunicato 17 settembre 2001 |
Author | : | Osoto oso@tin.it |
Date | : | 22 Sep, 2001 on 01:48 |
Hai una bella confusione in testa ...! Gli ordini professionali ci sono sempre stati e non sono certo, come appare dalla tua lettura del tutto di parte ed ideologica, nati col fascismo. Basta verificare nel resto del mondo, prima e dopo il fascismo italiano... Inoltre nessun operaista (come te) considera che esistono persino ordini nati da categorie non professionali nel senso tradizionale del termine: l'ordine delle ostetriche, dei radioestesisti ed altri ne sono testimonianza diretta. Non si capisce quindi perchè, in un'ottica del tutto masochistica (di derivazione cigiellino-cobassiana), i docenti, che esercitano indubbiamente un ruolo professionale, debbano rimanere L'UNICA categoria professionale a non avere la protezione di un ordine. E per quanto possano essere discutibili gli ordini esistenti, una cosa è certa: le categorie che hanno un ordine sono molto ben protette! Infine la questione della valutazione. E' veramente paradossale che, mentre nessun ministro della Sanità si è mai sognato di costruire un sistema di valutazione sui medici, disposto dall'esterno della categoria, TUTTI pensino di poter valutare i docenti, lasciati al pubblico ludibrio ed alla valutazione di giornalisti (i più "ordiniani" di tutti), genitori, studenti, uomo della strada, casalinga di Voghera... Gli avvocati non vengono certo valutati dai magistrati, ma a noi vorrebbero imporre la "valutazione" dei presidi! Berlinguer voleva il concorsone e la Moratti pensa di imporci un codice deontologico per decreto.... Ti serve qualcosa d'altro? O preferisci strapparti le vesti perchè c'è qualcuno (come l'Unicobas) che si muove attivamente per la creazione di un ordine dei docenti, mentre operaisti vari non hanno mai detto nulla quando s'è creato l'ordine delle ostetriche? Un saluto (ed un invito alla riflessione). Osoto (gli ordini esistono anche in Giappone) |