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Subject  :  Associazione docenti precari di Milano e provincia: Comunicato 22 giugno 2003
Author  :  edscuola redazione@edscuola.com
Date  :  22 Jun, 2003 on 11:53
L'Associazione docenti precari di Milano e provincia esprime la propria radicale contrarietà al disegno di legge appena approvato dal Senato che detta le modalità di immissione in ruolo i docenti di religione cattolica. Si tratta a nostro avviso di una legge chiaramente incostituzionale, che lede in modo vitale gli interessi dei precari.
Infatti l'accesso ai concorsi non è aperto a tutti i precari ma è subordinato al "riconoscimento di idoneità ... rilasciato dall'ordinario diocesano competente per territorio" (art.3 comma 4).
Tuttavia le prove d'esame avverranno "con esclusione dei contenuti specifici dell'insegnamento della religione cattolica" (art.3 comma 5).
Lo pseudoconcorso non determina una graduatoria di merito, ma solo un 'elenco dei docenti dei docenti che hanno superato il concorso..." (art.3 comma 8), da cui l'ordinario diocesano sceglierà quali docenti di religione cattolica immettere in ruolo e quali no: "l'assunzione con contratto a tempo indeterminato è disposta dal dirigente regionale, d'intesa con l'ordinario diocesano competente per territorio" (art.3 comma 8). Così Stato e Chiesa cattolica rinunciano alla loro indipendenza e sovranità e tornano a confondere i loro ruoli, paradossalmente quando ormai è innegabile che l'Italia è un paese tanto multietnico quanto multireligioso e lo sarà sempre più.
L'ordinario diocesano potrà revocare secondo l'ordinamento canonico l'idoneità dei docenti di religione cattolica (art.3 comma 9), che comunque lo Stato dovrà garantire. L'ordinamento canonico dunque prevale su quello dello Stato italiano.
Gli insegnanti di religione cattolica, benché immessi in ruolo secondo questa singolarissima e inaudita procedura, in possesso di altre abilitazioni, potranno inoltre passare agevolmente sulle cattedre (art.4 comma 3) che decine di migliaia di precari aspettano da anni, e che potrebbero finire a docenti di scuole non statali che si apprestano ad entrare in ruolo in religione proprio al fine di passare poi su altre cattedre nello Stato.
Mentre il governo riduce drasticamente gli organici e le classi, si immettono in ruolo dei docenti che insegnano una materia facoltativa e spesso a pochi alunni, anche ad un solo alunno, data la non obbligatorietà e il fallimento di questo insegnamento ammesso dagli stessi docenti di religione e dalla curia milanese che ha riconosciuto l'urgenza di riqualificare e aggiornare questi docenti (Corriere della Sera del 30 maggio 2003). L'immissione in ruolo dei docenti di religione non può che apparire un privilegio ingiustificabile, un affronto alla stragrande maggioranza dei docenti della scuola italiana, precari e non.

Associazione docenti precari di Milano e provincia


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