Subject | : | AESPI: Comunicato 22 novembre 2002 |
Author | : | edscuola redazione@edscuola.com |
Date | : | 23 Nov, 2002 on 14:36 |
Non più una riforma senz’anima E’ con soddisfazione che accogliamo le notizie recentemente apprese dalla stampa a proposito delle “indicazioni nazionali” di insegnamento relative alla scuola primaria e al primo grado della scuola secondaria sottoscritte dal Responsabile Scuola di Alleanza Nazionale, senatore Giuseppe Valditara. In esse, infatti, il “tecnicismo” acutamente denunciato da Ernesto Galli Della Loggia sul “Corriere della sera” del 3/11/2002 è assente: vi si possono cogliere, invece, contenuti e linee di tendenza certamente perfettibili, tuttavia capaci di contribuire a vivificare la morta gora dell’istruzione italiana. Il richiamo agli aspetti normativi dell’educazione linguistica – sul versante ortografico come su quello della sintassi della proposizione e del periodo – appare condivisibile in quanto definisce solidi punti di riferimento in una materia in cui i docenti procedevano sempre più in ordine sparso, sull’onda delle proprie inclinazioni ed idiosincrasie. L’auspicato ritorno alla memorizzazione delle poesie contenuto nelle “indicazioni”, non solo propone un esercizio mnemotecnico, peraltro estremamente formativo, bensì suggerisce anche un approccio globale al testo poetico, quel testo oggi troppo spesso sezionato in esangui lacerti secondo una moda tardo-strutturalistica non ancora tramontata. Si può discutere a lungo anche della riscoperta dello studio della Mitologia (ovviamente proposta agli alunni della scuola elementare ben distinta dal sapere storico). In proposito diremo soltanto che il valore esemplare ed educativo della mitologia greco-latina è pacificamente accettato, ed aggiungeremo che tutta la cultura occidentale ne è permeata, dalle sue espressioni più alte (poniamo: la Commedia dantesca) alle sue forme più popolari e disimpegnate (il cartone animato Pollon). Lo studio del mito è pertanto una ri-collocazione nel solco di una precisa tradizione culturale, ed insieme una chiave di conoscenza della realtà non solo storica, ma anche attuale. Veniamo alla Storia. Sembra che le nuove indicazioni programmatiche prevedano una più ampia trattazione del Medioevo e del Risorgimento e un minor sbilanciamento in favore del Novecento. Per tornare alla questione dalla quale partimmo, e cercare di riassumere i motivi della nostra adesione all’iniziativa del Senatore Valditara, diremo che quest’ultima costituisce un sano contrappeso equilibratore a quel poco o tanto di aridamente tecnicistico che la riforma Moratti sembra presentare. La riduzione della scuola alle “tre i” (Impresa, Inglese, Internet) è un grave impoverimento, se significa trascurare istanze almeno altrettanto importanti (se non di più) facenti capo alla consolidata tradizione umanistica italiana. Non disconosciamo neppure, d’altro canto, che una cultura esclusivamente linguistico-umanistica, negantesi alle esigenze del mercato ed alle nuove tecnologie, correva il rischio di relegare i nostri studenti in un arcadico emarginato limbo. Modernità e classicità sembrano invece coesistere nell’ organismo scolastico che si intravede ora con maggiore chiarezza: i doni della tradizione non sono dispersi e gli strumenti per affrontare la modernità sono pure affidati a chi vorrà farne buon uso. Per: Associazione Europea Scuola e Professionalità Insegnante Per: Circolo Europaduemila Per: Consulta Regionale per i Valori della Scuola http://www.edscuola.it http://www.edscuola.com Mail: redazione@edscuola.com |