Uno scambio di lettere fra i Ministri dell’Istruzione e del Tesoro, reso noto oggi, consente di capire che l’attuale taglio di circa 36.000 posti di insegnamento nel triennio, previsto dalla Finanziaria per il 2002 e sul quale il Ministero sta intervenendo in questi giorni per modificarne gli aspetti più duri dopo le nostre ripetute denunce, è solo un anticipo.

Si continua a considerare il personale una spesa da ridurre anziché una risorsa da valorizzare.Le decisioni del Ministero sono coerenti con un progetto di riforma che riporta indietro la nostra scuola di decenni e che sarà autofinanziato con il peggioramento della qualità del funzionamento della scuola pubblica.

Ecco gli impegni assunti: riduzione del numero delle scuole; trasferimenti d’ufficio per gli insegnanti di educazione fisica e tecnica e per gli Insegnanti Tecnico Pratici in esubero (circa 8.000 persone); il 15% dell’orario settimanale di scuola cambiato in contratti a prestazione d’opera con conseguente aumento del precariato; trasformazione dell’orario dei docenti della secondaria in orario annuale con relativo incremento di ore di servizio ivi comprese prestazioni obbligatorie; razionalizzazione delle classi di concorso; taglio degli organici del personale che opera nei laboratori; riduzione degli 11.000 specialisti di lingua straniera della scuola elementare; riduzione degli organici del personale ausiliario ed amministrativo mediante il ricorso ad appalti esterni.

Ora la nostra protesta contro i tagli sarà ancora più forte.

Roma, 2 febbraio 2002