Dopo la positiva partecipazione dei lavoratori del Pubblico Impiego agli scioperi indetti da CGIL, CISL, UIL e dalle categorie per il rinnovo dei contratti di lavoro ed il cambiamento della legge finanziaria, nulla è successo.

Nella legge in discussione alla Camera continuano a mancare le risorse economiche necessarie per poter rinnovare i prossimi contratti con le regole ed i contenuti previsti dall'accordo del Luglio 93. Senza le risorse adeguate si aprirebbe una fase di conflitto della quale il Governo si assumerebbe la piena responsabilità.

Continua ad esserci un sistematico attacco al sistema contrattuale: dal blocco della contrattazione integrativa ancora presente nella legge finanziaria, all'intervento per legge sulle materie contrattuali quali il disegno di legge sulla dirigenza, la possibile istituzione dell'area contrattuale della vice-dirigenza, l'annunciata istituzione dell'area negoziale per i docenti, il codice deontologico degli insegnanti, gli interventi legislativi che modificano unilateralmente il contratto di lavoro dei dipendenti della sanità.

Con la Finanziaria il Governo intende procedere nel percorso di privatizzazione con il solo criterio della riduzione dei costi, senza trasparenza e senza alcun sistema di relazioni sindacali. Le conseguenze di tale processo sono lesive dei diritti dei cittadini a servizi pubblici efficaci, non danno garanzie occupazionali e contrattuali ai lavoratori dei servizi interessati: spiccano in questo quadro la privatizzazione degli Istituti di Ricovero e Cura a carattere scientifico; la privatizzazione dei Beni Culturali; la minacciata privatizzazione degli Enti di Ricerca; la riduzione degli organici degli ATA con la conseguente privatizzazione dei servizi.

Continua ad esserci il blocco generalizzato delle assunzioni con parziali ed insufficienti aperture per il sistema delle Autonomie Locali.

E' in atto una sistematica opera di destrutturazione della Riforma delle Pubbliche Amministrazioni, senza regole, senza criteri e senza alcuna sede né di concertazione, né di dialogo sociale (solo "cicli informativi").

Tutto ciò determina una sostanziale paralisi delle attività delle amministrazioni pubbliche, un forte disagio tra i lavoratori, la decisa contrarietà delle Organizzazioni Sindacali.

Se il Governo non darà positive risposte sul complesso delle materie indicate, ripristinando la piena titolarità negoziale, CGIL-CISL-UIL e le categorie pubbliche proclameranno lo sciopero generale del Pubblico Impiego.

Roma, 23 novembre 2001