E' scontro tra maggioranza, sindacati e opposizione dopo l'annuncio del ministro sulla riforma della maturità

I Cobas: "La Moratti dichiara guerra alla scuola"

ROMA - I più duri sono i Cobas, che accusano il ministro della Pubblica istruzione di aver "usato la platea dell'integralismo cattolico per lanciare una dichiarazione di guerra alla scuola pubblica". Ma la sortita di Letizia Moratti al meeting di Comunione e liberazione di Rimini - voler riformare l'esame di maturità e in generale il sistema delle scuole superiori - ha scatenato una battaglia tra maggioranza e opposizione.

E così, mentre i sindacati di base si dicono "pronti allo scontro fin dalla riapertura delle scuole", anche la Cgil critica il ministro. "E' grave che un ministro definisca 'monopolio' una precisa previsione costituzionale che affida l'obbligo alla Repubblica di garantire un'istruzione qualificata a tutti, per tutti e di tutti", dice Enrico Panini.

La maggioranza fa quadrato. Il presidente della commissione Finanze del Senato, Riccardo Pedrizzi (An), dice che la Cdl "farà quello che il centrosinistra non è stato in grado di fare: realizzerà la vera parità scolastica. Farà entrare il nostro paese in Europa su di un tema fondamentale come quello dell'educazione dei nostri figli".

Gli risponde il capogruppo del Pdci alla Camera, Marco Rizzo, che sottolinea: "Se la responsabile della Pubblica istruzione intendesse realizzare veramente lo smantellamento della scuola pubblica, sappia che si mette fuori dal dettato costituzionale".

Ma la maggioranza ritrova unità anche con il Carroccio. Il segretario della Lega lombarda Roberto Calderoli si complimeta con la Moratti "per i progetti che ha manifestato e per il realismo e la sincerità dimostrati nell'analisi della scuola del nostro paese".

Una polemica destinata a protrarsi fino all'inizio dell'anno scolastico. Solo allora si saprà se, come auspica il ministro, "le lezioni incominceranno serenamente anche in Italia", oppure come annunciano i Cobas, se ci sarà battaglia.