La vecchia maturità, la riforma e il futuro

LA MATURITA’
Due prove scritte: il tema di italiano e poi un compito di matematica per i licei scientifici, di greco o latino nei classici. Gli orali con due materie e l’incubo che all’ultimo momento la commissione potesse cambiare quella indicata per seconda. Il voto espresso in sessantesimi. Un solo membro interno. Era il vecchio esame di maturità, sostituita nel 1999 dal nuovo esame di Stato introdotto dalla riforma della scuola realizzata nel 1997 dall’allora ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer (nella foto)

ESAME DI STATO
Il nuovo esame di Stato introduceva una terza prova scritta, obbligava il candidato a portare all’orale tutte le materie, cambiava il punteggio finale misurandolo in centesimi e dando alle commissioni d’esame la possibilità di assegnare agli studenti punti supplementari in base al credito scolastico e a quello formativo. Il nuovo ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti, ha deciso di riformarlo ancora

IL FUTURO
Il cambiamento potrebbe partire dalle commissioni che la Moratti vorrebbe composte soltanto da docenti interni con un solo membro esterno, il presidente, come accade alle medie