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Subject  :  Legge UE contro la pirateria: un'arma troppo potente
Author  :  edscuola redazione@edscuola.com
Date  :  28 Aug, 2003 on 09:19
da ZDNet Italia
28 agosto 2003

Legge UE contro la pirateria: un'arma troppo potente

Proprietà intellettuale: la Commissione Europea presenta una proposta di direttiva per dare impulso alla lotta contro la contraffazione e la pirateria. Nobile lo scopo ma tragico il futuribile risultato

di Nik Gandolfi

La Commissione europea ha presentato una proposta di direttiva sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale. La proposta ha lo scopo di armonizzare le normative nazionali e di fungere da deterrente per chi prenda parte ad atti di contraffazione e pirateria.

La proposta di direttiva riguarda le violazioni di tutti i diritti di proprietà intellettuale (diritti d'autore e proprietà industriale, come ad esempio marchi, disegni e modelli) che sono stati armonizzati in seno all'Unione europea.

Poiché è molto importante agire risolutamente contro i "grandi" trasgressori, la proposta di direttiva si concentra sulle violazioni compiute a scopi commerciali o che danneggiano gravemente i titolari di diritti.

A questo scopo la direttiva propone, tra gli altri:

il divieto delle apparecchiature utilizzate per falsificare i dispositivi di sicurezza così da indurre i consumatori a ritenere autentici articoli che in realtà non lo sono;
l'introduzione per gli organismi di tutela professionale e gli enti di gestione dei diritti (oltre che direttamente per i titolari dei diritti) del diritto di iniziare procedimenti giudiziari;
l'attribuzione alle autorità giudiziarie delle competenze necessarie per ordinare a chi venda prodotti contraffatti o pirata di fornire informazioni sulla provenienza delle merci, le quantità prodotte, consegnate e ordinate e sui prezzi e di identificare le persone coinvolte nelle reti di produzione e distribuzione;
il ritiro, a spese dell'autore della violazione, delle merci oggetto di violazione di un diritto poste in vendita.
Per il testo integrale della proposta della Commissione consultare il sito: http://www.europa.eu.int/comm/internal_market/en/intprop/news/index.htm

Risultati inattesi
Per evitarvi una lunga (54 pagine) per quanto interessante lettura vi riportiamo un riassunto dell'analisi compiuta da Ross Anderson della Cambridge University che evidenzia alcuni aspetti piuttosto minacciosi nei confronti delle nostre libertà individuali. In verità basta una veloce occhiata al documento per iniziare a preoccuparsi.

Dopo aver sottolineato quanto siano brutte cose la pirateria e la contraffazione, il documento propone un rimedio unitario per l'Europa, sospettosamente a favore più del business che del mercato.

Tanto per iniziare si auspica che alcune procedure utilizzate, ad esempio, in UK, siano estese a tutta la Comunità. In questo caso documenti e computer sospetti possono essere confiscati senza preavviso e il conto in banca o altre proprietà possono essere congelate con altrettanta immediatezza. Sacrosanto, se usato con giudizio, direte voi ma se diamo un'occhiata a come si sta comportando la RIAA nella sua battaglia legale a oltranza, ci possiamo rendere conto di quali danni possa causare una tale arma in mani un po' troppo frettolose.

Altro tasto dolente riguarda la protezione legale per i sistemi tecnici che proteggono e autenticano i prodotti. In pratica si parla degli ologrammi sulle carte di credito o sulle etichette di alcuni capi di vestiario e delle ormai famigerate etichette elettroniche o RFID. La protezione legale include l'interdizione all'uso di apparecchiature che interferiscano con il loro funzionamento, sia limitandolo sia clonandolo. Tale protezione legale può essere estesa allo studio del funzionamento di un dato sistema.

Chiedetevi se l'utilizzo, ad esempio, del blocco regionale sui DVD sia stato pensato come un servizio per il consumatore o per l'industria. Immaginate ora di estendere un sistema simile a qualsiasi merce...

Se volete possiamo anche pensare a qualche futuribile scenario: volete cambiare i pneumatici della vostra auto? Se non usate prodotti originali l'auto si blocca completamente. Lo stesso potrebbe accadere al vostro player MP3, se non utilizzate batterie originali. Ma, soprattutto, non provate a pensare a delle alternative, diverreste subito dei criminali. Vi piacciono quei jeans americani? Non potete acquistarli, l'etichetta RFID li rende disponibili solo degli USA. Ovviamente la medesima etichetta presente sui vostri abiti potrebbe irradiare ogni sorta di informazioni personali nelle immediate vicinanze: però non potete sapere quali informazioni comunica, in quanto il possesso di un ricevitore è illegale.

Le domende ricorrenti (FAQ) che accompagnano il testo della proposta ammettono che si tratta di un'arma potente ma solo in teoria poiché "non è negli interessi di chi detiene i diritti sprecare molto tempo e soldi per rincorrere pochi amici che si scambiano una manciata di file". Alla luce di quanto sta accadendo negli Stati Uniti, una frase del genere dovrebbe dare molto da pensare.

Del resto non sfruttare al massimo una legge del genere va contro i principi stessi del business, per il quale il massimo ritorno degli investimenti è caldeggiato da qualsiasi azionista. Le grandi aziende hanno il potere, la motivazione e il denaro per mantenere il loro business prospero mentre i consumatori europei sono semplici individui che più spesso subiscono (o ignorano) perché non possono reagire.

La Direttiva sarà discussa al Parlamento Europeo il prossimo 11 settembre.


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