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Subject  :  Cinque miliardi per lo sviluppo il governo punta su casa e figli
Author  :  edscuola redazione@edscuola.com
Date  :  20 Aug, 2003 on 12:38
da Repubblica.it

Ma i tagli Irpef sono rinviati. Tremonti da Berlusconi

Cinque miliardi per lo sviluppo il governo punta su casa e figli
Un terzo dei risparmi 2004 potrebbe essere destinato a misure di rilancio. Tremonti da Berlusconi

di RICCARDO DE GENNARO

ROMA - Il governo corre ai ripari, farà qualcosa per combattere la recessione, nella speranza che non sia tardi. È questo il senso dell'incontro che il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, e il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, hanno avuto ieri a nell'abitazione del premier a Porto Rotondo. Tremonti ha esposto a Berlusconi i problemi che pone la congiuntura, istruendolo sulla necessità di un intervento a sostegno della ripresa. L'esecutivo sembra infatti orientato a destinare un terzo della prossima manovra finanziaria per sostenere lo sviluppo economico, anche al prezzo di fare saltare l'obiettivo dellƇ,8% nel rapporto deficit-Pil nel 2004. Lo vuole la congiuntura negativa, la presenza nello stesso tempo di una prolungata crisi della domanda e di un'inflazione che non retrocede e resta un punto più elevata della media europea.

Fermo restando che la manovra sarà di 16,3 miliardi di euro, come dice il Dpef, il governo sarebbe orientato a destinare 5,5 miliardi a sostegno allo sviluppo. Due terzi, invece, pari a 10,8 miliardi, andranno a riduzione del deficit, come chiede l'Unione europea. A questo punto il rapporto deficit-Pil non scenderebbe dal 3,1 allƇ,8%, come prevede il Dpef, ma si fermerebbe al 2,1%, comunque sotto il tre per cento di Maastricht.

Fonti governative assicurano che il ridimensionamento dei tagli al deficit non comporterà problemi con l'Unione europea. Gli unici vincoli da rispettare sono, dicono le stesse fonti, il tetto del 3% e lo 0,5% del Pil da destinare a misure di risparmio strutturale. Il problema, dunque, è quello della crescita. Nel Dpef è previsto un incremento del Pil dellƇ,8% che in verità - stimano i tecnici del governo - difficilmente potrà superare, bene che vada, lƇ,5 per cento. Se poi si stima che gli interventi strutturali della manovra avranno un impatto negativo sulla domanda dello 0,5% e gli interventi una tantum dello 0,3%, la crescita dovrebbe - nella migliore delle ipotesi - raggiungere lo 0,7 per cento. Una miseria.

Come finanziare queste misure? È quello che chiedono anche i sindacati, preoccupati di una stangata sulle pensioni. È sempre in piedi, intanto, il progetto di condono edilizio. Quest'ultima ipotesi è contenuta anche nel "pacchetto" anticipato ieri dai deputati di An: sostegno alle famiglie con anziani, mini-condono edilizio, piano di vendita degli uffici pubblici da riaffittare successivamente. Altri filoni d'intervento riguarderebbero l'energia, l'internazionalizzazione dei mercati, la sburocratizzazione di una serie di adempimenti fiscali. Qualcuno parla anche di incentivi per le aziende che investono in innovazione e di creazione di società semipubbliche di venture capital per facilitare le nuove idee.
Di qui l'assoluta necessità di misure di rilancio della domanda. Tre i settori sui quali il governo intende fare leva: la casa e i consumi ad essa collegati, la famiglia, gli investimenti in ricerca e innovazione. Sul primo terreno di intervento, il governo starebbe pensando alla proroga per il 2004 della detrazione del 36% delle spese di ristrutturazione della casa. Lo sconto fiscale potrebbe essere reso più robusto e soprattutto esteso agli acquisti di mobili ed elettrodomestici. Ma c'è chi pensa anche a sgravi sulle compravendite immobiliari, a facilitazioni sulla rinegoziazione dei mutui e sulla cessione della nuda proprietà degli immobili.

Quanto alla famiglia, sembra ormai chiaro che il secondo modulo della riforma fiscale (con due sole aliquote al 23 e al 33%) sarà rinviato e sostituito da interventi mirati sulle famiglie più numerose (come il bonus a neonato) e su quelle che si prendono cura degli anziani.

(20 agosto 2003)


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