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Subject  :  Il super computer quantistico L’«embrione» realizzato a Firenze
Author  :  edscuola redazione@edscuola.com
Date  :  14 Aug, 2001 on 06:18
da Il Corriere della Sera
Martedì, 14 Agosto 2001

Il super computer quantistico L’«embrione» realizzato a Firenze

FIRENZE - È ancora un embrione, plasmato da catene di atomi e frammenti di luce e a guardarlo al microscopio fa un po’ sorridere perché somiglia molto a un biscotto wafer multistrato, lungo un decimo di millimetro e spesso un centesimo. Eppure questo insignificante «biscottino», realizzato per la prima volta al mondo dal Lens, il Laboratorio europeo di spettroscopia non lineare dell’Università di Firenze, potrebbe rivoluzionare l’universo dei computer ed essere il primo balzo verso la costruzione del computer quantistico, una macchina infinitamente più potente e veloce di qualsiasi elaboratore mai concepito fino a oggi. Così, se una minuscola calcolatrice da cinquemila lire fosse costruita con la tecnologia dei quanti potrebbe memorizzare un’intera biblioteca. A Firenze, l’équipe di Massimo Inguscio, docente di Fisica atomica all’ateneo fiorentino e direttore del Lens, è riuscita a realizzare un dispositivo, il «wafer» appunto, in teoria capace di sviluppare una potenza miliardi di volte superiore a quella di un computer moderno. Il segreto di tanta potenza si chiama qbit (quantum bit) ed è l’omonimo nella fisica quantistica del bit nella fisica classica. «Un qbit in teoria ha proprietà eccezionali - spiega Inguscio -, perché è in grado di superare la logica binaria dei moderni computer. Se un bit, infatti, genera 0 e 1, le combinazioni del qbit potrebbero essere infinite. In più il qbit non procede in serie come il bit, trovando ostacoli e rallentamenti, ma in parallelo». Risultato? La velocità aumenta con proporzione geometrica. A Firenze l’esperimento, pubblicato dalla prestigiosa rivista Science , è stato condotto utilizzando atomi di rubidio raffreddati a una temperatura molto vicina allo zero assoluto (-273). «A queste temperature gli atomi di rubidio si trasformano in onde e un milione di atomi si raggruppa in una sola onda che procede all’unisono, chiamato nella fisica, condensato di Bose-Einstein. Abbiamo creato una serie di "barriere" e il condensato si spezza in un centinaio di onde più piccole. Sono loro che, attraversando istantaneamente le barriere e seguendo leggi di fisica non lineare, sono alla base di trasmissione di materia senza perdita di energia». L’embrione ha anche una caratteristica in più. Calcola naturalmente in parallelo, proprio come i più grandi elaboratori.

Marco Gasperetti


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