Hofmann: «Il futuro è dei chip che ti fanno dialogare anche con il forno a microonde o l’autoradio»
COME STA CAMBIANDO

ERNESTO Hofmann, senior consultant alla Ibm, sebbene sia in vacanza in Provenza, non si separa dal suo Thinkpad 770, un personal computer portatile Pentium II di oltre 500 Megahertz carico di software. «Mia figlia si lamenta perchè tutti quei programmi lo rallentano, quando lo accende prima che l’anti-virus controlli tutto ci vuole un sacco di tempo» ammette Hofmann. Che si dichiara un filo-pc, ma proiettato nel futuro. «Oggi la nuova tendenza è quella del cosiddetto "pervasive computing", un termine - coniato ancora una volta dalla Ibm - per identificare l’era del computer pervasivo». Cioè quella dei microchip ficcati dappertutto: dentro il computer, ma anche dentro la stampante, la fotocopiatrice, il fax, il telefonino, l’agenda elettronica, la macchina fotografica, il televisore, la lavastoviglie, il frigorifero, il forno, l’autoradio, la carta di credito. E che con i raggi infrarossi, o altre tecnologie che usano linguaggi di nuova generazione, permettono di farci dialogare con le varie macchine, o meglio ancora, di far dialogare le varie macchine fra di loro.
«L’evoluzione dell’informatica è simile a quella della biologia: non esiste un animale che fa tutto, ma un eco-sistema di tanti animali diversi» azzarda Hofmann. «Così, io uso il pc multi-funzionale costantemente e non potrei farne a meno, ma il futuro che sta arrivando è quella di tante macchine diverse per funzioni specifiche. Non a caso la Intel sta dimezzando i prezzi dei suoi potenti microprocessori: fra 15 anni ognuno di noi porterà decine di microchip, magari sottopelle». Si sottoporrà come cavia? «Ormai ho più di 60 anni, sono troppo vecchio».