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Subject  :  Scuola, gli studenti sono più alti «Occorrono banchi su misura»
Author  :  edscuola redazione@edscuola.com
Date  :  04 Apr, 2003 on 08:31
da Il Corriere della Sera
4 aprile 2003

Maggiore sicurezza e piani inclinabili. Le nuove norme conformi a quelle di altri 18 Paesi europei

Scuola, gli studenti sono più alti «Occorrono banchi su misura»
Sette diverse tipologie. Ma ora ogni Comune decide da solo

ROMA - Arriva il banco europeo. Meno ingombrante e più funzionale, col piano inclinabile, bordi e angoli smussati, sedie antiribaltamento, studiate in modo da far aderire la schiena. E soprattutto personalizzato. In una stessa classe avremo tavoli e sedie di varie dimensioni: a misura dello studente meno alto, di quello nella norma e del ragazzo che dimostra uno o due anni di più. Nelle nostre scuole la fornitura degli arredi continua a seguire criteri degli anni ’50: sono i ragazzi a doversi adattare ai banchi e non viceversa. L’Uni, l’ente nazionale di unificazione, ha pubblicato, insieme con altri 18 Paesi, nuovi standard tecnici relativi a dimensioni, sicurezza e criteri ergonomici che prima o poi potrebbero essere adottati.

LE NOVITA’ - Il vecchio «tavolo» 60 per 60 sarà sostituito da un piano 70 per 50, più piccolo e soprattutto più adatto alle nostre aule. Diminuisce anche la superficie del banco biposto, sempre meno utilizzato man mano che si rinnovano gli arredi: si va decisamente verso la postazione di lavoro singola. Le nuove misure sono 50-120 invece di 60-120. I piani oggi sono orizzontali, senza fori o scanalature, per scrivere comodamente. Quelli nuovi potranno essere inclinati temporaneamente per favorire la lettura. Ci sono voluti dieci anni per arrivare alle nuove norme. E forse, dopo tutto questo tempo, sono già vecchie. Ma quel che è peggio cadono in una realtà dove concetti quali ergonomia e funzionalità vengono raramente presi in considerazione.

LE MISURE - I 9 milioni di banchi e di sedie delle nostre scuole sono spesso il frutto di capitolati di appalto non aggiornati - le altezze degli studenti sono vecchie di decenni - e vengono acquistati e distribuiti dagli enti locali, i comuni per le scuole dell’obbligo e le provincie per le superiori, senza tenere conto dell’estrema variabilità dell’altezza dei bambini all’interno di una stessa classe e della precocità dello sviluppo delle ultime generazioni. Il momento più critico è rappresentato dalla terza media, dove non è raro incontrare ragazzi di un metro e settanta che riescono a stento ad entrare nei banchi o che utilizzano sedie di «contrabbando». Le norme Uni e il buon senso suggeriscono che le dimensioni del banco corrispondano più o meno alle misure dello studente che lo utilizzerà per almeno 30 ore a settimana. Per il banco europeo sono previste sette «gradazioni»: la prima per i bambini alti da 80 a 100 centimetri, la seconda per quelli che vanno da 95 a 115 e via salendo fino alla settima per gli over 185, utilizzata soprattutto nell’Europa del Nord. Nelle scuole, però, quando va bene ci sono solo quattro classi: una per le materne, due per le elementari e una per le medie, dove i ragazzi da un anno all’altro crescono di una spanna. La soluzione del banco regolabile fino a oggi non ha avuto alcun successo.

LE SCUOLE - «Tre anni fa il comune mi ha mandato una partita di banchi che al massino andavano bene per una quinta elementare. Li abbiano rimandati subito indietro», ricorda Pietro Perziani, ex preside della media «Einstein» di Roma. «I banchi rispondono alle norme tecniche per l’edilizia definite con un decreto del ministero dell’Istruzione del 1975 che prevede altezza, larghezza e profondità per materna, primo ciclo e secondo ciclo delle elementari e media - spiega Massino Nutini, dirigente del Comune di Prato e membro della commissione scuola dell’Anci - e riprende le misure degli anni ’50. Servirebbero banchi mediamente di 3 o 4 centimetri più alti. Noi mandiamo alle scuole i banchi secondo il decreto e poi le scuole, in relazione all’altezza e alle esigenze didattiche, li possono anche cambiare». «Quando programmiamo i banchi del primo ciclo - afferma Clara Rodella, dirigente dell’istituto comprensivo di Vimodrone - ne chiediamo alcuni del secondo ciclo, circa un dieci per cento, per le possibili variabili. Vorrei fare di meglio. Sarebbe auspicabile contare su una sorta di personalizzazione».

Giulio Benedetti


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