La Rete rimodella le pubbliche relazioni
di FRANCO CARLINI

«Ora è troppo tardi », si intitola un libro di Gerald Baron, titolare di una rinomata agenzia di relazioni pubbliche di Washington. «Con Internet cambia il paradigma», conferma Toni Muzi Falconi, nel suo recentissimo «Governare le relazioni» (Il Sole24Ore-Ferpi). Baron la mette sul drammatico, spiegando che chiunque voi siate, istituzione o corporation, «la vostra reputazione può essere distrutta all'istante», dato che, a differenza dal passato, scandali come quelli Enron o Glaxo (regali ai medici) si propagano in tutto il mondo prima ancora che si sia riunito un qualsivoglia comitato di crisi. «Colpa» delle reti telematiche che anche da questo punto di vista cambiano, per velocità ed estensione globale, le regole del gioco e le professionalità richieste. E del resto quale mestiere è per sua natura più esposto agli effetti dell'Internet se non quello dei comunicatori? La nota regola che il «new» proveniente dalla tecnologia spinge (e anzi obbliga) ogni professione «old» a ripensarsi, qui è confermata alla massima potenza. Ma il cambiamento non nascerà mai sul nulla; chiede memoria di sé e della propria missione. Per questo il volume di Muzi Falconi arriva a Internet accompagnando gli aspiranti comunicatori attraverso la storia ormai centenaria di una disciplina poco nota, caratterizzata da radici antiche e fasi alterne. Oggi la rete Internet è anche l'occasione per rimodellare le Public Relations, per intanto sottraendo questo mestiere ai luoghi comuni distorti (il lobbista corruttore) e alle immagini antiprofessionali (le signore di buona famiglia che curano le relazioni più per hobby che per capacità professionale). Il cardine delle Rp, per come questo libro le propone, sta in due elementi: distinzione dei ruoli e trasparenza.

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