Il fantasma «Orientamento»

di ERMANNO PACCAGNINI

C'è un fantasma che in questi giorni s'aggira tra gli alunni delle ultime classi di corso delle scuole italiane. Un elegante fantasma in carne ed ossa di nome Orientamento, nel cui profondo s'agita un'anima da vampiro. Né può essere diversamente in una realtà da feroce competizione, finalizzata ad acquisire «prigionieri». Ossia gli studenti. La cui scelta di iscriversi a questa o quell'università, a questo o quel corso di laurea può segnare la sopravvivenza del corso stesso. Una corsa dentro scuole e aule capace di coniugare la velocità del centometrista con la resistenza del maratoneta: e pure la forza del sollevatore di pesi, dato che nelle scuole ci si presenta con borse piene rase di depliant distribuiti a piene mani e anche in doppia o tripla copia. Pieni di cifre: crediti e numeri telefonici. E parole: piani di studio, materie obbligatorie e opzionali, indirizzi di studio o per le iscrizioni. Parole ricche soprattutto di sbocchi professionali. Ipotetici, ovviamente. Perché qui sta il problema: in quanto può effettivamente promettere una laurea triennale che, stando alla attuale situazione culturale, non dà molto di più della vecchia e solida scuola superiore. Una laurea che, per di più, è spesso soggetta ad aggiustamenti e rettifiche di tiro in corso d'opera. Ma in tutto questo mi pare che due siano soprattutto i grandi assenti. Un vero incontro di orientamento e conoscenza del mondo universitario, da parte di liceali (ed affini): possibile solo con studenti veri di metà o fine corso, e non con funzionari pubblicitari. E la concreta proposta d'un curricolo universitario che prospetti da subito, e con chiarezza, un funzionale, razionale, consequenziale percorso per chi voglia in seguito approdare a quei bienni di lauree specialistiche che, di fatto, quasi dappertutto, sono ancora oggetto di studio, denominazione e aggiustamento