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Subject  :  Jurassic Park diventa realtà
Author  :  edscuola redazione@edscuola.com
Date  :  22 Aug, 2002 on 07:57
da La Stampa
Giovedì, 22 Agosto 2002

IN SIBERIA IL PROGETTO DI UN GRUPPO DI SCIENZIATI GIAPPONESI
Jurassic Park diventa realtà

Ultimi preparativi: il safari nell´Era Glaciale si farà. Se il viaggio nel tempo riesce, ci sarà una meta vacanziera in più, il safari siberiano tra giganteschi mammuth, mostri da 6 e 7 tonnellate, come non se ne vedevano correre da 10 mila anni e oltre. E se poi ai turisti saranno imposti costumi di pelli e lance come indispensabili accessori (e contemporaneamente sottratti telecamere e cellulari), l´effetto sarà sensazionale. Tutto merito di un´ossessione, in parte scientifica e in parte affaristica, di un signore giapponese, Kazutoshi Kobayashi, che si è messo alla guida di un gruppo di intraprendenti ricercatori. Hanno strappato permessi su permessi alla burocrazia russa, hanno raccolto yen per oltre mezzo milione di euro e sedotto un gran numero di persone con la loro missione: setacciare alcune zone intorno al fiume Kolyma, in Siberia, trovare resti perfettamente congelati di mammuth e usarli per riprodurli, clonandoli oppure inseminando elefantesse di buona volontà. Sembra facile, anche perché succede spesso da quelle parti di riportare alla pallida luce delle steppe scheletri, fossili, zanne, oltre a corpi e «pezzi» eccezionalmente conservati dall´isolante temporale del ghiaccio. Dal primo, rinvenuto nel 1806 in Jacuzia, all´ultimo, apparentemente integro, di due anni fa, sono già un centinaio gli antenati dell´elefante strappati alla terra e segregati in laboratori oppure esibiti in musei. Il problema vero è il come. Finora, infatti, nessuna delle promesse da science fiction si è realizzata. Il Dna dei mammuth, anche quando sembrano appena usciti dal miracoloso freezer naturale, è troppo danneggiato dai millenni e dai cicli delle temperature. Impossibile utilizzare i filamenti. A fare la differenza, stavolta, c´è il piano di Kobayashi. Ha studiato con tutta la tecnologia disponibile la storia geologica e biologica di alcune aree del Kolyma e dell´angolo ancora incontamimato che sono i 160 chilometri quadrati del Duvannyi Yar: è in questi santuari, oggi accessibili solo per elicottero, che è convinto di trovare i resti compatibili con il progetto ed è proprio lì, in una sorta di «Jurassic Park» tramutato in realtà, che i primi mammuth resuscitati del XXI secolo dovranno tornare a pascolare per la gioia dei danarosi «voyeur» giapponesi e occidentali. «All´inizio avremo tanti piccoli e non li terremo certo relegati nelle gabbie di uno zoo», ha annunciato Shoji Okutsu, biologo dell´università Kagoshima, alludendo al futuro parco delle meraviglie e parlando di una delle tecniche in via di sperimentazione: una volta riportati in vita gli spermatozoi dell´esemplare adatto, comincerà il graduale processo di ibridazione genetica, tra mammuth ed elefanti. A ogni generazione ci si avvicinerà sempre di più alla equivalenza genetica con l´antenato e - si calcola - entro un cinquantennio la fotocopia dovrebbe risultare pressoché perfetta, all´occhio del profano e alle analisi dello studioso. A sentire la raffica delle spiegazioni, è tutto incredibilmente lineare, a parte gli interrogativi sui tempi. Ed ecco che la clonazione resta sempre l´alternativa numero uno, sebbene più rischiosa. Si cominceranno i test con un paio di ingombranti zampe, in frigorifero da tempo a Yakutsk e che presto verranno spedite in Giappone. Il caso Dolly - ci si augura - finirà oscurato. A sentire l´euforico Kobayashi nulla è impossibile ed è esaltante la tentazione di credergli. Eppure i dubbi restano, di mole non inferiore a quella dei primitivi mostri erbivori. «Come sarà possibile ricreare l´habitat di 10 mila o 100 mila anni fa? - si è polemicamente chiesto uno degli scienziati contrari all´impresa, il direttore dello zoo di Yokohama, Mitsuko Masui -. E, se mantenere in vita un solo esemplare sarà già una sfida, visto che delle abitudini dei predecessori non sappiamo quasi nulla, creare un vero e proprio branco sarà un´impresa ancora più ardua». Le prime verità sono rimandate all´agosto 2003, quando il team si accamperà sul Kolyma e tenterà di forzare la porta del tempo.

Gabriele Beccaria


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