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Subject  :  Dichiarazione di Roma ecco i punti principali
Author  :  edscuola redazione@edscuola.com
Date  :  10 Jun, 2002 on 19:10
da La Repubblica
Lunedì, 10 Giugno 2002

Vertice Fao, i partecipanti rinnovano l'impegno a dimezzare la fame nel mondo entro il 2015

Dichiarazione di Roma ecco i punti principali

Ogni anno bisogna strappare 22 milioni di persone alla piaga della denutrizione. Allarme anche sull'epidemia di Aids

ROMA - Nel primo giorno del vertice Fao, l'assemblea ha adottato la dichiarazione del summit, approvata per acclamazione.

Con il testo della dichiarazione, i capi di Stato e di governo degli oltre 180 Paesi partecipanti rinnovano gli impegni globali assunti con la Dichiarazione di Roma del 1996, e in particolare il dimezzamento di quanti soffrono la fame entro il 2015 (vale a dire da 800 a 400 milioni di persone). Ma l'obiettivo si fa ancora più ambizioso, accelerando il processo di riduzione, ancora troppo lento, fino ad arrivare a 22 milioni di affamati in meno all'anno. Tra gli altri punti importanti del testo, si ribadisce che "il cibo non deve essere usato come uno strumento di pressione economica e politica".

Nella premessa, il documento non manca di sottolineare la preoccupazione per altre gravi piaghe che affliggono i Paesi del Terzo Mondo, quali l'epidemia di Aids e l'incidenza di altre malattie infettive quali malaria e tubercolosi. L'impegno dei leader comprende anche la lotta alle malattie, l'affermazione del diritto di uguaglianza tra uomini e donne e la preparazione alla gestione delle emergenze umanitarie, a sostegno dell'azione delle tre agenzie Onu con sede a Roma (Fao, Pam e Ifad).

Il capitolo più spinoso del documento riguarda le risorse. I delegati lanciano un appello ai Stati membri e a tutte le parti a mettere a disposizione contributi volontari per un "Fondo di garanzia" della Fao per la sicurezza alimentare, che agisca da catalizzatore per accelerare la produzione e migliorare l'accesso al cibo. Sottolineano lo stretta dipendenza tra "progressi rapidi" e "ammontare e uso efficiente" degli investimenti nella sicurezza alimentare, nell'agricoltura e nella distribuzione. Per questo, ribadiscono l'importanza degli interventi di riduzione e cancellazione del debito.

Ma soprattutto si invitano gli Stati più sviluppati a destinare lo 0,7 per cento del loro prodotto interno lordo ad aiuti ai Paesi in via di sviluppo e tra lo 0,15 per cento e lo 0,20 per cento ai Paesi meno sviluppati.

L'appello alla collaborazione è rivolto non solo ai governi ma anche ad organizzazioni internazionali, della società civile e del settore privato, chiamati ad intensificare i loro sforzi, così da agire come un'alleanza internazionale contro la fame.


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