Il presidente parla in occasione della festa della Repubblica
"Celebriamo i valori e gli ideali di democrazia che ci uniscono"

Ciampi: "Orgogliosi di essere italiani"

ROMA - L'orgoglio di essere italiani, la riaffermazione dei valori della democrazia, la speranza con cui ogni giovane deve guardare al futuro: sono questi i punti principali del discorso che Carlo Azeglio Ciampi ha rivolto agli italiani in occasione delle celebrazioni del 2 giugno, festa della Repubblica. "Questa - ha detto il presidente nel messaggio diffuso in televisione - è la nostra festa, la festa di tutti gli italiani, in patria e all'estero. E' un festa in cui ci stringiamo tra noi, forti dei valori, degli ideali che ci uniscono".

"Il 2 giugno 1946 il popolo italiano scelse la Repubblica, la democrazia e pose fine a uno dei periodi più tormentati dell'Italia moderna". "Oggi voi giovani - ha proseguito - potete guardare al futuro con chiarezza e serenità. Il cammino di libertà, che nel buio degli anni Trenta solo poche grandi menti avevano intuito, si è affermato nell'intera Europa, come principio motore della nostra storia". "E' per me di grande conforto - ha concluso - avvertire in ogni angolo della nostra patria un consenso così vasto attorno al 2 giugno; avvertire un rinnovato orgoglio per l'idendità italiana, per il suo patrimonio di cultura e di civiltà. E' un'idendità che portiamo con noi anche nella costruzione dell'Europa unita intesa come spazio più ampio di libertà e di progresso".

Il discorso del presidente è il punto centrale delle celebrazioni odierne per la festa della Repubblica: i festeggiamenti avranno il loro culmine domani con la tradizionale parata per le vie di Roma. Questa sera al Quirinale saliranno i rappresentanti del corpo diplomatico e una platea di selezionatissimi invitati: per loro, un concerto nei giardini del Quirinale e poi una cena.

Prima di rivolgersi agli italiani dal Quirinale, Ciampi nel pomeriggio ha deposto una corona di fiori ai piedi del monumento a Giuseppe Garibaldi al Gianicolo, in occasione del 120simo anniversario della sua morte. Il presidente ha poi deposto una corona di fiori al Vittoriano.

(1 giugno 2002)