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Subject  :  Il ministro: venti libri per far crescere i nostri studenti
Author  :  edscuola redazione@edscuola.com
Date  :  11 May, 2002 on 09:11
da Il Corriere della Sera
Sabato, 11 Maggio 2002

Il ministro: venti libri per far crescere i nostri studenti

DAL NOSTRO INVIATO

BAGNAIA (Siena) - «La scuola deve educare alla lettura se vuole educare alla vita», esordisce il ministro all’Istruzione, Letizia Moratti, davanti alla platea di editori, giornalisti e studenti della Bagnaia. Ma quale lettura? Quella dei quotidiani, certo, «importanti soprattutto quando danno informazioni culturali, scientifiche, artistiche», spiega la Moratti. Ma è ai libri che il ministro pensa per rilanciare una scuola che ha perso per strada «le capacità pedagogiche di cui oggi ha assolutamente bisogno per far crescere persone autonome, libere e responsabili».
Libri, dunque. Dovendo scegliere da dove partire per ricostruire un rapporto sfilacciato fra studenti e lettura, «quasi spezzato», la Moratti punta sulla grande letteratura, italiana e straniera, e alla Bagnaia lancia un’idea: venti libri per crescere, venti saggi e romanzi che dovranno entrare a far parte del patrimonio culturale di tutti gli studenti, dagli Istituti tecnici al Liceo. Titoli e autori ancora non ci sono. L’idea è fresca, mutuata dalla Francia con qualche correzione (là il ministro all’Educazione, Jack Lang, ha parlato di dieci libri, fra i quali Pinocchio; la Moratti raddoppia). «Ho appena cominciato a lavorarci», ammette il ministro. Formerà una commissione di scrittori e intellettuali perché la scelta sia «collegiale». Ma niente obblighi: con l’imposizione non si è mai fatto innamorare nessuno e «il diritto imprescindibile del lettore è quello alla libertà», dice, citando ancora un francese, lo scrittore Daniel Pennac. I venti libri per crescere saranno un «consiglio». La scelta se accoglierlo o no resterà agli insegnanti e ai ragazzi.
Nell’attesa, la scuola si sta attrezzando per ampliare l’offerta: «Siamo partiti con 500 biblioteche informatizzate, ne finanzieremo altre 300». Di pari passo, verranno formati i docenti: «Non vogliamo farne dei bibliotecari - chiude il ministro - ma dei partner degli studenti nella ricerca dei testi che ciascuno sente più vicino ai propri interessi».

Da. Mo.


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