La tecnologia Wi-Fi

Alla fine la tecnologia Wi-Fi (fedeltà senza fili) si è meritata anche un voluminoso dossier sul settimanale americano Business Week, a testimonianza che questa novità è ormai robusta e interessante. Anche in Italia sono cominciate le prime sperimentazioni: per esempio sono attivi tre punti caldi sperimentali (hot spot) al terminal A di Fiumicino, a Linate e all'hotel Artemide di Roma. Si tratta di questo: antenne locali coprono un'area di alcune decine di metri e, grazie ad esse, ogni pc o apparato palmare con un’apposita scheda si trova collegato a Internet ad alta velocità (11 megabit al secondo). Da lì può navigare, collegarsi al sito aziendale e prelevare documenti, insomma lavorare come a casa o in ufficio. Anzi meglio, vista la larghezza di banda. Il protocollo di trasmissione è quello delle reti locali Ethernet, ma tutto avviene senza fili e dunque senza cavo coassiale. La tecnologia si chiama 802.11b, ma alcune varianti assicurano una capacità trasmissiva mostruosa, pari a 50 milioni di bit al secondo. Un'applicazione interessante è l’uso in ufficio: sarà possibile essere cablati e avere più macchine collegate tra di loro e anche con l'esterno senza stendere un solo metro di cavo e ogni riorganizzazione degli spazi sarà immediata come spostare un mobile. Un'intera area della Rai è già così attrezzata: i collegamenti sono in codice, per evitare che qualcuno, passando sotto il palazzo, entri nei pc altrui. Wi-Fi rischia di fare due vittime illustri. L'una è la tecnologia Bluetooth, senza fili, ma con raggio inferiore. La seconda è l'Umts, la telefonia mobile di terza generazione: la clientela professionale, che potrebbe apprezzare i servizi web dei nuovi telefonini, incontrerà numerosi punti caldi Wi-Fi, almeno in posti come aeroporti e alberghi.