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Subject  :  «Disciplinate Internet perché non crei disuguaglianze»
Author  :  edscuola redazione@edscuola.com
Date  :  01 Mar, 2002 on 07:36
da La Stampa
Venerdì, 1 Marzo 2002

GIOVANNI PAOLO II INVIA DUE DOCUMENTI DESTINATI ALLE DIOCESI DELL´ALTRA PARTE DEL MONDO

«Disciplinate Internet perché non crei disuguaglianze»
Il Vaticano interviene sui problemi e i rischi legati alle nuove tecnologie

CITTÀ DEL VATICANO

Il Papa ha usato Internet, in mondovisione, per inviare un documento a tutte le diocesi dell´Oceania; ieri con la presentazione di due documenti dedicati alla rete, la Santa Sede è entrata ufficialmente nel mondo delle nuove tecnologie. Con una serie di elogi, ma anche di avvertimenti e dubbi. Internet, fonte di potenziali benefici per i popoli e le persone, può diventare un´arma potente dei ricchi contro i poveri, delle nazioni forti contro quelle deboli, non solo dei regimi totalitari ma anche di chi controlla anche il potere democratico con la ricchezza. E per questo motivo tutti, ma soprattutto le Nazioni Unite, dovrebbero svolgere un´attività di controllo e di guida, affinchè la rete sia luogo di crescita per tutta l'umanità, di scambio tra culture, arricchimento e non impoverimento. Mons. John Foley e mons. Pierfranco Pastore, i responsabili del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali hanno richiamato la necessità di creare leggi e impegni precisi affinchè la rete non diventi «una incontrollabile, ulteriore fonte di diseguaglianza e discriminazione». «Etica in Internet» e «La chiesa e Internet» si chiamano i due documenti, destinati a diventare la «Bibbia» per i cattolici che navigano in rete. C´è un «digital divide» una nuova forma di discriminazione che attraversa il mondo, separandolo in ricchi e poveri. Il Vaticano esprime «preoccupazione» per le dimensioni culturali del fenomeno Internet, quando le tecnologie «contribuiscono a inculcare un insieme di valori culturali e modi di pensare sui rapporti sociali, sulla famiglia, sulla religione, sulla condizione umana, il cui fascino e la cui novità possono sfidare e schiacciare le culture tradizionali». E condanna l'imposizione - complice la Rete - della «cultura secolare occidentale a persone e società che in molti casi non sono in grado di valutarli e confrontarli». Dubbi e preoccupazioni altrettanto profondi riguardano la «libertà di espressione su Internet» fa invece «deplorare i tentativi da parte delle autorità pubbliche di bloccare l'accesso all'informazione su Internet o su altri mezzi di comunicazione sociale perchè li ritengono pericolosi o imbarazzanti per loro, di manipolare l'opinione pubblica a scopo di propaganda e di disinformazione o di impedire la legittima libertà di espressione e di pensiero». Se è vero - sottolinea la Santa Sede - che «i regimi autoritari sono i peggiori trasgressori, il problema esiste anche nelle democrazie liberali, dove l'accesso ai mezzi di comunicazione sociale per far politica spesso dipende dalla ricchezza e dove i politici e i loro consiglieri non rispettano la verità e la lealtà, calunniando i propri oppositori e riducendo i problemi a dimensioni insignificanti». Il giornalismo on-line suscita preoccupazione perchè contribuisce «anche al sensazionalismo e alla diffusione di pettegolezzi e spettacolo, alla diminuzione, almeno apparente, delle cronache e dei commenti seri», in contrapposizione a un «giornalismo onesto, essenziale per il bene comune delle nazioni e della comunità internazionale». E´ molto netto nell´elencare i problemi, il Pontificio Consiglio; ma naturalmente risulta molto più vago nell´indicare mezzi e soluzioni. Accenna alla responsabilità internazionale, all'Onu e al prossimo «Summit mondiale della società informatica», alla necessità di «leggi giuste che si oppongano a espressioni di odio, alla diffamazione, alla frode, alla pornografia infantile e non e di altri illeciti» e che affrontino i vari aspetti della riservatezza, del diritto d'autore e della proprietà intellettuale.

Marco Tosatti


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