Subject | : | Centomila in piazza contro il governo Berlusconi |
Author | : | edscuola redazione@edscuola.com |
Date | : | 15 Feb, 2002 on 14:33 |
da Repubblica.it Roma, un lungo corteo dei sindacati di base e dei no global Centomila in piazza contro il governo Berlusconi di ANDREA DI NICOLA ROMA - "Sciopero generale", lo striscione che apre il corteo è indicativo degli umori di una manifestazione, quella indetta dai sindacati di base, che ha visto sfilare a Roma almeno 100 mila persone (150 mila secondo gli organizzatori) contro "le politiche antisociali del governo, la concertazione, la guerra e le politiche confindustriali". Slogan che ad un certo punto i Disobbedienti, una delle componenti del movimento no global in piazza insieme a Cobas, Rdb e Cub, hanno messo in pratica a modo loro sfasciando un ufficio dell'Adecco, agenzia di lavoro interinale. Sciopero generale, un modo per definire la manifestazione di oggi ma anche, come scritto sugli striscioni e negli slogan, un invito a Cofferati a mettere da parte "l'attendismo" e a proclamarlo lui lo sciopero contro il governo. Ma oggi i protagonisti non sono i confederali. Oggi la piazza è delle mille sigle del sindacato di base e del movimento no global presente con i suoi camion da cui viene sparata la musica che i ragazzi ballano per tutto il corteo. Passano gli infermieri del Niguarda di Milano e quelli dell'Umberto I della capitale, postini, operai della Fiat Mirafiori, vigili urbani, ricercatori dell'Enea, vigili del fuoco e addetti del trasporto pubblico e aereo, e soprattutto insegnanti e studenti. Una signora gira con un bavaglino da bebé con su scritto: "Lo faccio per i miei nipoti". E in effetti ognuno porta la propria motivazione. I professori e gli studenti ce l'hanno con la riforma Moratti e le novità della Casa delle libertà in materia di istruzione. I vigili del fuoco, tutti in divisa, che fanno sfoggio di fumogeni e petardi si dicono sfruttati, quelli della Fiat dicono no alla concertazione mentre gli statali intimano: "Giù le mani dalle pensioni e dal Tfr". Un'auto porta sul tettuccio una tv con sopra i mezzobusti dei Tg e un Berlusconi che dice "La televisione è tutta mia". Piero Bernocchi, il leader storico dei Cobas, si gode il serpentone che sfila e dice: "mentre il centrosinistra passa il tempo a decidere quale debba essere il proprio leader, qui invece è in campo la vera opposizione sociale al Governo Berlusconi". E a via Cavour, a pochi passi dall'ambasciata argentina, l'opposizione sociale fa sentire la sua voce. I Disobbedienti si fermano a protestare contro il governo argentino a pochi passi dal Viminale. Intanto un gruppo alza le sciarpe a coprire il viso e di corsa deviano dal percorso del corteo corrono verso un'agenzia di lavoro interinale, fanno uscire i tre impiegati e rompono tutto, vetrine comprese. Trenta, quaranta secondi e rientrano nel corteo. Un'azione da black bloc se non fosse che dal furgone dei Disobbedienti parte la rivendicazione dell'azione: "Da oggi nessuna agenzia di lavoro interinale potrà essere tranquilla". Francesco Caruso spiega: "E' stata un'azione di 'smontaggio' non è stata esercitata violenza sulle persone. Solo un'azione simbolica contro chi sfrutta i lavoratori utilizzandoli per due mesi per poi buttarli via come un cacciavite. Bisogna capire se è più criminale rompere una vetrina o sfruttare i lavoratori". Un'azione che nasce e finisce nel giro di pochi secondi, poi il corteo riprende fra le musiche e gli slogan. Alla fine la valutazione politica: "Un segnale chiaro per l'attendismo di Cofferati e i partiti della sinistra. Se loro non si muovono il popolo si muove da solo". (15 febbraio 2002) http://www.edscuola.it http://www.edscuola.com Mail: redazione@edscuola.com |