Subject | : | I prof di religione non sono più precari In ruolo 20 mila |
Author | : | edscuola redazione@edscuola.com |
Date | : | 15 Feb, 2002 on 08:21 |
da La Stampa Venerdì, 15 Febbraio 2002 I prof di religione non sono più precari In ruolo 20 mila ROMA - I professori di religione avranno il loro status giuridico in tutto simile a quello dei loro colleghi, salvo che per le norme di reclutamento e di revoca del mandato che rimangono di spettanza dei vescovi, come previsto dal Concordato del 1984 e dalla successiva intesa tra il ministero dell´Istruzione e la Conferenza episcopale (dell´85). Una decisione in questo senso è giunta dal consiglio dei ministri che ieri sera ha approvato un disegno di legge, proposto dal ministro Moratti. Ora il provvedimento dovrà affrontare il normale iter parlamentare: problemi non dovrebbero essercene, non solo perché il governo dispone di una maggioranza assai ampia, ma anche perché - nella sostanza - il ddl Moratti ricalca un analogo impianto già proposto dai governi dell´Ulivo. Dunque i 20 mila professori di religione esultano, il governo gongola per aver avviato un cammino legislativo che non era mai riuscito neppure ai democristiani di una volta, e i vescovi incassano una bella soddisfazione. Ai sindacati, invece, questa storia non piace affatto: «Io non contesto l´opportunità di dare un inquadramento adeguato ai docenti di religione cattolica - ha commentato Massimo Di Menna, segretario della Uil scuola - ma esprimo invece forti riserve sugli articoli 3 e 4, in cui si specificano le modalità di reclutamento. Soprattutto contesto il fatto che se il vescovo revoca il mandato, il docente in questione può accedere ad altra classe di insegnamento, scavalcando così graduatorie e diritti di altri colleghi». Il segretario della cgil scuola, Enrico Panini, lamenta che «con questo disegno di legge si stravolgono tutte le regole, trasparenti e democratiche, che disciplinano il mercato del lavoro nella scuola statale», senza dire della perdita del carattere «pubblico e laico» della nostra scuola. «Abbiamo fatto valere anche per questi docenti - ha replicato la sottosegretaria Valentina Aprea - la possibilità della mobilità, come per gli altri insegnanti. Ma dovranno dimostrare di essere in possesso di tutti i titoli necessari per passare ad altri compiti». Fin qui la diatriba. Ma veniamo al merito del provvedimento. Raffaello Masci http://www.edscuola.it http://www.edscuola.com Mail: redazione@edscuola.com |