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Subject  :  Magistrati, lettera aperta agli italiani
Author  :  edscuola redazione@edscuola.com
Date  :  28 Jan, 2002 on 07:23
da Corriere.it
25 gennaio 2002

Una pagina pubblicitaria sui quotidiani firmata dall'Anm
Magistrati, lettera aperta agli italiani
Un messaggio dopo gli scontri con il governo e le proteste: «Chiediamo che sia garantito un clima di rispetto»

MILANO - Sui quotidiani italiani di sabato appare una pagina pubblicitaria a pagamento in cui i magistrati italiani, dopo una sottoscrizione, pubblicano una lettera aperta per chiedere «che sia garantito un clima di rispetto per l'istituzione giudiziaria». Il comunicato è firmato dall'Associazione nazionale magistrati (Anm).

IL TESTO - Un lungo testo esprime tutti i motivi che hanno portato agli scontri recenti con il governo e alle clamorose manifestazioni di protesta all'inaugurazione dell'anno giudiziario. Eccolo:

«I magistrati, cioè i giudici e i pubblici ministeri, sono obbligati a rispettare e a far rispettare la legge. Lo dice la nostra Costituzione. Noi magistrati italiani abbiamo giurato di farlo e vogliamo poter continuare a farlo, perché crediamo in uno Stato in cui tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. Se non c'è questa certezza, lo Stato è più debole. Questa scelta ci costa spesso sacrifici pesanti. Alcuni di noi, per questo, sono morti.

La Costituzione dice che, affinché tutti i cittadini siano effettivamente uguali davanti alla legge, giudici e pubblici ministeri devono essere autonomi e indipendenti. E dice che noi magistrati siamo obbligati a intervenire quando c'è un reato. Dice che è proibito influenzare un magistrato nel suo lavoro. È proibito dirgli di lasciar perdere, di far finta di niente. È indispensabile che i magistrati siano autonomi e indipendenti: se no, chi è forte e ha potere potrebbe influenzarli a proprio vantaggio. Per questo l'ordinamento italiano è un modello cui altri Paesi europei guardano con grande interesse.

Oggi la giustizia italiana ha gravi problemi. A volte possiamo sbagliare, ma i rimedi sono previsti dallo stesso sistema. Lavoriamo tra mille difficoltà perché mancano mezzi e strutture. Spesso è difficile persino fare una fotocopia. I processi vanno avanti lentamente perché certe procedure sono inutilmente complicate. Tutto questo fa sì che certe volte i cittadini attendano anni per avere giustizia, che i colpevoli riescano a non pagare per i reati commessi, che altri invece attendano troppo tempo prima di vedere riconosciuta la propria innocenza.

Riformare la giustizia vuol dire metterci in grado di lavorare meglio e più rapidamente, garantendo i diritti dei cittadini, senza limitare l'indipendenza e l'autonomia dei magistrati, che compiono il loro dovere con coscienza, equilibrio e sacrificio. Purtroppo alcune riforme di cui si parla in questi ultimi tempi non servirebbero neppure a migliorare la funzionalità della giustizia. Oggi noi magistrati siamo preoccupati. Abbiamo comprato questo spazio per dirlo a voi tutti. Crediamo che la giustizia non sia materia esclusiva dei magistrati e degli addetti ai lavori, ma un bene di tutti. Chiediamo perciò che sia garantito un clima di rispetto per l'Istituzione giudiziaria e che le Istituzioni tutte si impegnino in un'opera di riforma serena e meditata, con l'unico obiettivo di una giustizia che funzioni bene nell'interesse di tutti i cittadini».


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