LA RICERCA E’ L’ANIMA DELL’AUTONOMIA Sperimentare i curricoli ma per quale scuola? Incontro al Liceo “Mamiani” di Roma – V.le delle Milizie, 30 – Lunedì 28 gennaio 2002, ore 15.00-19.30 Ore 15.00 - Il senso di questo incontro: Simonetta Salacone, Dir. scolastico;
“ 15.30 - Esperienze di scuole e di reti: Reti di scuole del XIV Distretto: Sperimentazione di un curri- colo verticale di Storia; IRRE Emilia R. e Lazio, Università e Scuole: Laboratorio di Matematica; IRRE Lazio, SIAE e Scuole: Progetto di formazione e speri- mentazione di Musica nella scuola di base; Vallisneri (Lucca) : Curricolo sperimentato nei primi due an- ni della secondaria Superiore; L.S. “Amedeo Avogadro”: Idee per un curricolo di liceo; L:S: “Tullio Levi Civita”: Sperimentazione di Latino e lingue moderne. “ 17.00 - Dibattito: Intervento del Prof. Lucio Guasti, della Biblioteca Pedagogica di Firenze; Intervento del Prof. Silvano Tagliagambe, della Commissione Bertagna, Intervento del Sen. Luigi Berlinguer; Interventi del pubblico; “ 19.00 - Conclusioni e proposte di lavoro: G. Ligabue e D. Zampaglione, Dir. scolastici. Movimento 6 luglio ’01
· Il Liceo Mamiani è raggiungibile con la linea “A” della metropolitana, fer-mata “Lepanto”.
Presentazione dell’iniziativa. Ci incontriamo in un momento complesso della scuola italiana in cui si discute di impianto istituzionale ma si mette in ombra la riflessione sui contenuti e sul pro-getto formativo. In realtà l’ingegneria di ordinamento non è neutra ma sottende una precisa visione del percorso formativo che sembra oggi frammentarsi, sulla base di un modello sociale che differenzia precocemente e rigidamente i percorsi di avviamento al lavoro da quelli di istruzione formativa alta (licei). Ci disorienta il “punto e a capo” che interrompe riflessioni da lungo tempo attiva-te e percorsi di riforma appena iniziati. L’autonomia ha sollecitato le scuole a ri-cercare anche e soprattutto sul piano dei curricoli e della didattica. I docenti ricer-cano e si interrogano sulle modalità più efficaci per sviluppare integralmente le potenzialità di ciascun soggetto: non essere mai soddisfatti è la situazione tipica dei buoni docenti. Una scuola che addestra non si pone problemi formativi e non ha bisogno di ricer-care. A che servono le discipline? Quanto di competenze specifiche e quanto di formazione generale perseguire attraverso le discipline? Ci convinceva, nell’ipotesi della riforma complessiva avviata dalla passata Amministrazione, l’idea di un percorso articolato che si risolveva tutto in percorso formativo, a par-tire dalla scuola di base, secondo un’ottica unitaria; ci convincevano le idee guida di una scuola per il futuro, sulla base delle quali sperimentare i percorsi didattici, che mettesse al centro la formazione integrale del cittadino, che innalzasse il li-vello della formazione comune, che spostasse le scelte di indirizzo del post-obbligo ad un’età più adeguata, che indirizzasse l’attenzione dall’insegnamento all’apprendimento e quindi puntasse alla centralità degli studenti , che non creasse gerarchie fra discipline di “primo” e di “secondo” livello. Individuiamo invece i rischi insiti nelle proposte Moratti di riduzione dell’offerta formativa in termini di orari scolastici e risorse finanziarie; denunciamo il perico-lo insito in carichi di orario frontale più pesanti che rischiano di ridurre, se non annullare, i compiti di progettazione, confronto e riflessione sulla didattica. Vorremmo poter continuare le esperienze che alcune nostre scuole stanno realiz-zando, ma con la chiarezza che stiamo operando in quadro di valori che abbiamo condiviso e che rivendichiamo; vorremmo interloquire su ciò che è il cuore della nostra professionalità, il curricolo e la didattica, sui timori e sui rischi che intrave-diamo nell’attuale situazione, con chi sta studiando il nuovo impianto formativo della scuola. Vorremmo che altre scuole si aggiungessero a noi in questa riflessione che attiene al futuro dell’istruzione e quindi anche la professionalità e le condizioni di lavoro di Docenti e Dirigenti scolastici.
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