Subject | : | Università, solo tre su 10 arrivano alla laurea |
Author | : | edscuola redazione@edscuola.com |
Date | : | 23 Nov, 2001 on 07:38 |
da Il Corriere della Sera Venerdì, 23 Novembre 2001 Università, solo tre su 10 arrivano alla laurea
POCHI LAUREATI - Negli ultimi 40 anni, su dieci milioni di studenti che hanno frequentato le aule universitarie, solo tre milioni ha raggiunto il traguardo. Solo tre su dieci, insomma, sono arrivati alla laurea. E lo hanno fatto con un ritardo compreso tra i 2 e i 4 anni: l’eta media dei laureati è di 27 anni e mezzo. E poi c’è il costo sociale, il mancato apporto alla costruzione del Pil, di una moltitudine di giovani che hanno perso anni preziosi. E’ stato stimato intorno ai 15 mila miliardi l’anno dal Comitato nazionale di valutazione del sistema universitario presieduto da Giuseppe De Rita. Negli anni ’60 si laureavano 70 iscritti su 100. Quel dato si è progressivamente ridotto fino a raggiungere nell’85 e nell’86 il 30 per cento. Successivamente la percentuale di successo è risalita un po’ e nel ’99 ha raggiunto quota 38,8. «La situazione sta migliorando - ha commentato Luciano Modica, presidente della conferenza dei rettori (Crui) -. Oggi i ragazzi sanno abbastanza a cosa vanno incontro. Certi equivoci paradossali non si verificano più. Ma l’orientamento è ancora insufficiente. La difficoltà di valutazione riguarda piuttosto l’impegno necessario per laurearsi: dallo sforzo che richiede il corso alla sopravvalutazione delle proprie capacità. E’ molto frequente - ha aggiunto - il cambio di facoltà nel primo anno. Mediamente uno studente su cinque si trasferisce in una facoltà generalista, dove si prevedono dei prerequisiti meno specialistici». ABBANDONI - La dispersione non fa le sue vittime solo negli atenei. Il «maestro di strada» Marco Rossi Doria, che fa parte della commissione per il codice deontologico degli insegnanti voluta dal ministro, ripete spesso un dato «scomodo»: la scuola deve fare i conti con 80 mila studenti che durante le superiori si perdono per strada. Lui, la sua originale offerta formativa l’ha creata andando a salvare i ragazzi sbandati nelle strade della periferia di Napoli. ORIENTAMENTO - Secondo La Moratti non «siamo all’anno zero», ma occorre fare di più. La verifica delle attitudini dei ragazzi dovrà diventare un pezzo importante delle attività. Nell’ultimo anno o nell’ultimo biennio del corso gli studenti dovranno essere messi in condizione di scegliere tra le opportunità formative quella che meglio si adatta a ciascuno. Ma in che modo? Di sicuro, oltre agli insegnanti, ci vorranno specialisti. Sarà utile anche una maggiore collaborazione tra istruzione e formazione, tra Regioni e ministero. «In modo da rendere possibile - ha spiegato il ministro - l’uscita e il rientro degli studenti senza alcun obbligo o preclusione e soprattutto da poter consentire il loro accesso all'Università». E anche i rapporti tra scuola e impresa dovranno crescere. «In Italia - ha detto ancora la Moratti - solo un ragazzo su cento, di età compresa fra i 16 e i 19 anni, frequenta stage aziendali, mentre in Danimarca il rapporto è di 50 a 100, in Canada di 30 a 100 e in Inghilterra di 20 a 100. La colpa è anche delle imprese italiane che investono meno in formazione». TECNOLOGIE - Se la scuola non orienta abbastanza, vi sono anche aspetti che lasciano ben sperare, come i progressi sul piano delle tecnologie. http://www.edscuola.it http://www.edscuola.com Mail: redazione@edscuola.com |