"L'università rischia di non poter più funzionare per mancanza di fondi": a lanciare il "mayday" degli atenei italiani è il rettore della Sapienza di Roma, Giuseppe D'Ascenzo, che snocciola una dopo l'altra le cifre del "sacrificio accademico": 21 miliardi in meno in bilancio per il 2002, stando agli stanziamenti della Finanziaria, un taglio che salirà a 397 miliardi nel 2003 e 794 nel 2004. "La politica che riduce i fondi per l'università è una politica suicida", sottolinea il rettore prefigura un "impoverimento preoccupante" delle strutture per la ricerca. Il che significa laureare studenti in 3 anni, "ma non sufficientemente preparati per essere competitivi sul mercato". Con gli studenti stessi, intanto, D'Ascenzio - che ha chiesto un incontro al ministro Moratti - riferisce di avere inaugurato una fase di concertazione in linea con una filosofia di totale trasparenza nella gestione della "Sapienza". Primo e principale argomento sul tavolo della trattativa, la diminuzione delle tasse che gli studenti vogliono maggiormente ancorate alle fasce di reddito e comunque più basse per i meno abbienti. "Verificheremo se sarà possibile estendere le attuali fasce cercando di venire incontro alle richieste degli studenti", assicura D'Ascenzo precisando comunque che, qualunque sia il futuro delle risorse universitarie, è sua ferma intenzione "non gravare sulle famiglie con ulteriori aumenti delle tasse".