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Subject  :  Charlie Brown bocciato fra i banchi
Author  :  edscuola redazione@edscuola.com
Date  :  25 Sep, 2001 on 08:40
da La Stampa
Martedì 25 Settembre 2001

Charlie Brown bocciato fra i banchi

Una ricerca del Cnr: i timidi sono pessimi studenti

ROMA Sotto i banchi di scuola e negli zainetti degli studenti fanno spesso capolino i fumetti, da sempre la lettura preferita. Topolino, Tex Willer, più recentemente i Pokemon, accompagnano la crescita degli adolescenti che con loro si divertono e in loro, spesso, si identificano. Finché si tratta di eroi positivi, portatori di valori, nessun problema; ma se, invece, il modello è negativo e rischia di condizionare anche il rendimento scolastico?
Le lezioni sono appena riprese e gli studiosi dell’Istituto di Psicologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche sono preoccupati: nel mirino è finito niente meno che Charlie Brown, il simpatico e tenero personaggio creato dalla matita di Charles M. Schultz. Una ricerca condotta su 1.800 ragazzi di età compresa fra 11 e 19 anni, dimostrerebbe che la maggioranza degli alunni italiani soffre di complessi di inferiorità e manca di autostima, proprio come il fumetto di Schultz. Attenzione al «complesso di Charlie Brown», dicono gli studiosi: il ragazzino con la coperta azzurra e il dito in bocca non è un esempio da seguire, soprattutto se si vuole andare bene a scuola. Per primeggiare nello studio, secondo la ricerca del CNR, servono piuttosto autostima, perseveranza, capacità di adattamento e socievolezza. Doti che non sembrano contraddistinguere gli adolescenti italiani: dei 1800 studenti di scuole medie inferiori e superiori che compongono il campione dell’indagine, solo l’11% possiede una forte autostima rispetto alle proprie capacità. Mancano anche ottimismo, serenità e adattabilità sociale, riscontrati dagli psicologi in una percentuale che non supera il 13%. Proiettati nell’emulazione dei vari Taricone e Britney Spears, gli adolescenti finiscono con l’avere problemi di accettazione della propria fisicità: il 18,4% ha dichiarato di sentirsi a disagio nel loro corpo.
Più che sconsigliare la lettura dei fumetti di Schultz, aiuterebbe una maggiore presenza dei genitori. L’appoggio della famiglia è infatti fondamentale perché un ragazzo impari ad affrontare con spirito positivo le difficoltà, comprese quelle della carriera scolastica. Secondo gli studiosi del CNR, madre e padre dovrebbero manifestare affetto e sostegno ma senza soffocare i figli di attenzioni. E’ indispensabile, anzi, spingerli ad acquisire autonomia e indipendenza.
«Sono completamente d’accordo - afferma la psicologa Maria Rita Parsi - L’insicurezza e la mancanza di autostima sono provocate dall’abbandono, ma sono anche figlie dell’eccesso di protezione. Soffocati, iper tutelati, i ragazzi perdono la possibilità di misurarsi con la vita». «E’ vero, sono poco autonomi, molto più infantili dei loro coetanei di 10-15 anni fa», spiega la preside dell’istituto comprensivo (oggi si chiama così la vecchia scuola media, ndr) «Domenico Purificato» di Roma, Mirella Curti. «Dopo tanti anni passati a contatto con centinaia di studenti, mi accorgo che i ragazzi di oggi sono più insicuri, schiacciati da un’ansia di prestazione che deriva dai modelli televisivi ma che spesso è provocata anche dai genitori». La mancanza di autostima, l’incapacità di adattamento vengono nascosti dietro atteggiamenti da «bullo» che rischiano poi di sfociare, spiega ancora la preside, in comportamenti aggressivi e nell’incapacità di riconoscere e ammettere i propri errori.


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