da Unità Mercoledì, 3 Ottobre 2007Il preside assediato dai creditori: «Così muore la scuola» di Alice Loreti/ Bologna DEBITI, PAGAMENTI ARRETRATI e una programmazione didattica da fare senza un soldo, le scuole bolognesi sono in affanno. I conti in rosso accomunano il 50% degli istituti e, sommati, hanno come risultato un “buco” di 14milioni di euro. L’Istituto Com- prensivo di Ozzano ha un debito di 110mila euro, «accumulato dal 2005, quindi dall’ultimo anno del Governo Berlusconi» spiega il preside, Lamberto Montanari. La scuola di Ozzano ha 150 dipendenti, di cui 120 docenti e 1050 alunni. «Devo ancora saldare i compensi dell’anno scorso per il miglioramento dell’attività formativa, previsti dal contratto degli insegnanti. Parliamo di 600 euro a docente, quindi circa 70mila euro. Solitamente li verso in ottobre dell’anno scolastico successivo. Ma non so come fare. Non li ho». Per coprire le ore di assenza dei docenti, senza soldi per i supplenti, Montanari ha elaborato un «piano degli imprevisti», passato poi al vaglio di insegnanti ed Rsu. «Partendo dal fatto che non voglio interrompere l’esercizio pubblico - continua Montanari - ho preparato una serie di punti per riuscire a garantire le ore di lezione». Primo punto, la flessibilità delle compresenze nella scuola elementare a tempo pieno. In caso di ore buche in una classe, «una delle due maestre in compresenza in un’altra sezione andrà a coprirle». Oppure, «un docente che ha terminato le sue ore, ne fa di aggiuntive, pagate separatamente». L’ultima spiaggia è «chiamare il supplente. Non me la sento di far lavorare qualcuno senza sapere se e quando riuscirò a retribuirlo». Di fronte all’emergenza, i dirigenti si trasformano dunque in strateghi. Intanto, «ho sospeso tutti i pagamenti per questi primi mesi». Per le supplenze interne, a cui è dedicato un capitolo del bilancio a parte (già scoperto anche quello) Montanari si è visto costretto a dire ai suoi insegnanti: «Vi pagherò». Ma «non so fino a quanto reggeranno questa situazione». Conto in rosso, capitolo per le supplenze interne che langue, non resta che la cassa di istituto. Ma quest’ultima, già utilizzata per saldare i supplenti nell’anno 2005/2006, «spetta all’acquisto del materiale di istituto, ai progetti e al diritto allo studio». Debiti a parte, «sono riuscito a mettere a posto tutto, a fare un orario ben organizzato, senza bisogno di ricorrere a personale esterno».
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