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Subject  :  A scuola la musica ci riprova
Author  :  edscuola redazione@edscuola.com
Date  :  21 Mar, 2007 on 08:02
da LASTAMPA.it
Mercoledì, 21 Marzo 2007

A scuola la musica ci riprova

È dal 1875 che si discute di note fra i banchi, ma finora i risultati sono stati deludenti. Ora il ministro Fioroni istituisce una Giornata “ad hoc”: sarà la volta buona?


SANDRO CAPPELLETTO

La musica riparte alla carica e prova a vincere la più lunga e soccombente delle sue battaglie. È dal 1875, da quando in Italia esiste l’istruzione pubblica obbligatoria, che tenta di essere riconosciuta come materia d’insegnamento curricolare, compresa all’interno del piano di studio di tutti gli alunni. Qualche volta - all’inizio anche grazie alle pressioni di Giuseppe Verdi - la meta è sembrata vicina, poi sempre si è allontanata, per due fondamentali ragioni: la mancanza di fondi e la persuasione, ben radicata nella riforma voluta da Giovanni Gentile, ministro della Pubblica istruzione negli anni Venti del Novecento, che non fosse una fondamentale materia di base, ma «tecnica», riservata soltanto a chi da quella tecnica avrebbe imparato un mestiere.

Nel 1962 debutta l’«ora» alle medie
Nel 1962 un’ora di educazione musicale venne per la prima volta introdotta nella scuola media; i criteri di selezione degli insegnanti non erano impeccabili e le conseguenze sono state, da scuola a scuola, molto diverse.
Restava esclusa la scuola elementare: i ministri Berlinguer e De Mauro erano giunti a un passo, ma i loro governi non durarono abbastanza a lungo. Letizia Moratti dovette occuparsi della già avviata, e malissimo, trasformazione dei Conservatori in Università e istituì i Licei musicali, restati però sulla carta perché la sua riforma era «a costo zero». Ma prima dei Licei, negli anni fondamentali per l’apprendimento, nella nostra scuola la musica si fa troppo poco e troppo male, nonostante la crescita impressionante della domanda, testimoniata dal successo delle tante iniziative private e di quelle condotte, nel doposcuola e per personale passione, da molti insegnanti. Mai come oggi l’Italia ha avuto un numero così esteso di ragazzini capaci di una qualche confidenza con la pratica musicale.

Appuntamento al 5 maggio
Ora, il ministro Fioroni, raccogliendo l’invito formulato da un Comitato nazionale da lui stesso istituito e presieduto da Luigi Berlinguer, ha deciso che il 5 maggio - data napoleonica per eccellenza - diventi la Giornata della Musica nelle Scuole. Il ministero fa anche sapere, tra il generale stupore, che esistono dei fondi accantonati proprio per l’istruzione musicale.

Cercasi un «referente» per ogni ufficio
Il Comitato esulta, ricorda che tutti gli studi sull’età evolutiva confermano l’importanza profonda della pratica della musica, chiede l’istituzione di un «referente musicale» presso ogni ufficio scolastico, chiama le realtà musicali italiane a collaborare con le scuole del proprio territorio, invita le forze politiche a una battaglia comune, senza le consuete divisioni tra maggioranza e opposizione. E propone la costituzione di un coro in ogni istituto, lanciando uno slogan: «Una scuola in cui si impara a leggere, a scrivere, a far di conto e di canto». 1875-2007: proviamo a credere che sia la volta buona, una volta ancora.


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