Subject | : | CISL Scuola: Dichiarazioni 23 - 24 marzo 2005 |
Author | : | edscuola redazione@edscuola.com |
Date | : | 24 Mar, 2005 on 17:28 |
Dichiarazione di Francesco Scrima Segretario Generale della CISL Scuola
Il deciso dissenso sui loro contenuti normativi è motivato innanzitutto dalla presenza in questi due atti di un crescendo di approssimazione con un quadro di regole e di principi di una genericità disarmante. Nel decreto sul “diritto-dovere”, contrabbandato come innalzamento dell’obbligo scolastico - termine questo cassato dalla legge di riforma - troppo fragili appaiono gli strumenti che possano assicurare la effettiva esigibilità di un percorso di istruzione e formazione: insufficienti le risorse, discriminanti i percorsi, assenza di obiettivi precisi che possano abbattere l’alta percentuale della dispersione scolastica, con particolare riferimento al “gap” tra aree del nord e del sud Italia. In merito poi al decreto sull’”alternanza scuola-lavoro”, appare grave che nessuno dei rilievi posti dal sindacato su tale materia sia stato preso in considerazione e soprattutto che - anziché accettare le dinamiche di un confronto serio e produttivo - il MIUR continui a limitarsi alla fase informativa, evitando di misurarsi sul piano degli obiettivi politici con le parti sociali. Con tale tipo di alternanza, pertanto, ci si trova di fronte a un’opzione minoritaria e residuale nell’assoluta mancanza di un riferimento all’assetto del 2° ciclo, a tutt’oggi indefinito. Non vi è nessun presupposto perché in tutte le scuole del territorio nazionale possa essere garantita a tutti i giovani tale esperienza formativa, essendo in presenza di una forte selezione degli accessi, dati i limiti delle risorse disponibili e programmate. Non vi è traccia di indicatori, criteri, regole per la corretta individuazione dei luoghi in cui l’esperienza dell’alternanza possa svolgersi positivamente. Mancano precise garanzie per una corretta identificazione del profilo e dei requisiti che le imprese, gli enti, le associazioni devono possedere per ospitare gli studenti e per far vivere loro un’esperienza significativamente formativa. La CISL Scuola conferma il giudizio negativo sui contenuti normativi di questi due decreti, che ripropongono - come per quello precedente per il 1° ciclo - degli arretramenti, perfino rispetto al testo e agli obiettivi della stessa riforma. Roma, 24 marzo 2005
Dichiarazione di Francesco Scrima
Il passaggio di alcune importanti competenze alle Regioni in ordine alle politiche scolastiche aggrava la già pesante situazione in cui vive la scuola a seguito dell’attuazione della riforma dell’ordinamento scolastico introdotta con la legge 53/2003. La CISL Scuola - da sempre contraria ad un modello di federalismo non basato sui grandi valori della solidarietà e della sussidiarietà - intravede in questa pessima riforma costituzionale un serio pericolo per la scuola del nostro Paese, minacciata nella sua unità culturale e nella sua identità nazionale da una deriva localista e soggetta a mutamenti tali che rischiano di presentare una situazione di forti differenze e discriminazioni tra scuole di diversi territori, con un danno irreparabile soprattutto per la scuola del sud Italia. Le opportunità di una offerta formativa omogenea ed equivalente in tutto il territorio nazionale verranno a mancare e a pagarne le spese saranno i tanti giovani che si vedranno deprivati di un diritto allo studio di pari dignità nelle tante scuole del nostro Paese. La CISL Scuola sin d’ora si impegna a perseguire ogni iniziativa utile a rimettere in discussione questa pessima riforma, per il bene della democrazia e per la difesa dell’identità nazionale della nostra scuola.
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