Subject | : | CGIL Scuola: Comunicati Stampa 19 gennaio 2005 |
Author | : | edscuola redazione@edscuola.com |
Date | : | 20 Jan, 2005 on 08:35 |
Ma quali scuole passeranno alle regioni? Ovvero “Per andare dove dobbiamo andare noi, per dove si va?” (Totò) Comunicato Stampa di Enrico Panini L’art. 26 dello schema di Decreto legislativo sul II° ciclo reso noto ieri rappresenta l’esempio massimo di confusione che regna nel Decreto e che è utile per non far capire niente a nessuno. Insomma, parafrasando Totò, sulla base dell’art. 26 ognuno potrebbe legittimamente chiedere: “Per andare dove dobbiamo andare noi, per dove si va?” A determinare la “fortuna” dell’uno e/o dell’altro sistema potrebbero essere esclusivamente le scelte di studenti e genitori, che per la prima volta dovranno scegliere non tra ordini di scuola diversi, ma tra due sistemi, diversi e gerarchicamente ordinati.
------------------ La nuova istruzione professionale regionale del ministro Moratti: Il Ministro Moratti si è sperticata a più riprese in queste settimane nel ribadire la pari dignità del nuovo sistema di istruzione e di formazione professionale (previsto dalla sua “riforma”) col percorso liceale. A conti fatti non è così, anzi la situazione si presenta come drammatica. Lo schema di Decreto pubblicato ieri prevede (art. 17) 990 ore annue di attività di formazione. Un altro 25% “almeno” invece dovrà essere svolto in contesti di lavoro. A conti fatti dunque uno studente di un Istituto professionale (a cui il Governo si è impegnato a garantire un percorso di pari dignità di quello del suo amico che frequenta il liceo) che: si avvalga della facoltà di non frequentare il 25% di orario (cioè la parte non obbligatoria); Se poi la parte “in contesto lavorativo” dovesse essere superiore al 25% (il Decreto, infatti, dice “almeno il 25%”) lo studente in questione potrebbe trovarsi a non frequentare neppure un’ora di formazione!! Questa è l’istruzione e formazione professionale di pari dignità con l’istruzione liceale?
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