Decreto legislativo su nuovo reclutamento
Egregio Ministro,
la nostra Associazione di insegnanti precari specializzati/ndi presso le SSIS esprime forte preoccupazione ed allarme,
da un lato per l’ennesima legge-norma che si affaccia all’orizzonte, coinvolgente il precariato scolastico (recente decreto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri in attuazione della legge 53/2003 che disciplina l'accesso alla professione di docente), reiteratamente vessatoria nei confronti di risorse umane da Voi gestite, quali appunto gli specializzati/ndi SSIS, che meriterebbero ben altra sorte, nell’interesse del nostro paese, ma purtroppo questa non è una novità, bensì quasi l’unica trama ispiratrice di ogni nuova norma, riguardante il precariato scolastico da qualche anno a questa parte,
dall’altro per le libere interpretazioni della stessa nuova norma, riguardante appunto il nuovo reclutamento degli insegnanti, che cominciano a circolare negli ambienti precari e sindacali, ovviamente viziate da interessi di parte.
L’assenza di una di una “fase transitoria” esplicitamente codificata nel decreto legislativo è senz’altro dato singolare;
tanto più singolare è assegnare al futuro “specialistico” un canale di reclutamento esclusivo a cui sarà dedicato ben il 50% dei posti destinati alle immissioni in ruolo e non riconoscere invece nessuna graduatoria di merito ai docenti precari specializzati all’insegnamento presso le SSIS con un biennio universitario del tutto simile a quello dei futuri laureati specialistici, che d’altra parte conseguiranno il titolo di laurea con uno o due anni (a seconda dei corsi di studio) in meno dei “vecchi” laureati.
Tuttavia la prevista ed evidente coesistenza, nel decreto legislativo, di nuovo sistema di reclutamento e graduatorie permanenti del vecchio sistema (50% assegnato a ciascun canale rispettivamente) costituisce già di per sé “fase transitoria” da vecchio a nuovo sistema, seppur non esplicitamente dichiarato.
Merita invece critica la scelta dell’ingente percentuale di immissioni in ruolo, ben il 50%, destinata al nuovo canale durante questo periodo temporale, più o meno lungo, in cui ci sarà l’accavallamento con il precariato storico delle graduatorie permanenti; tale dato cozza peraltro contro la dichiarata volontà politica dell’attuale maggioranza di governo di voler riassorbire al più presto il vecchio precariato.
La nostra Associazione, pur non condividendo per le succitate ragioni il decreto legislativo così come licenziato dal Consiglio dei Ministri, non lo ritiene tuttavia assolutamente ambiguo, né quindi ritiene necessarie e/o utili libere “interpretazioni” da parte di improvvisati legislatori.
Bari, 7 Marzo 2005
Sezione Regionale ANIEF-PUGLIA
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