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CGIL Scuola: Comunicati Stampa 19 gennaio 2005
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1. CGIL Scuola: Comunicati Stampa 19 gennaio 2005
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Ma quali scuole passeranno alle regioni?
Ovvero “Per andare dove dobbiamo andare noi, per dove si va?” (Totò)
Comunicato Stampa di Enrico Panini

L’art. 26 dello schema di Decreto legislativo sul II° ciclo reso noto ieri rappresenta l’esempio massimo di confusione che regna nel Decreto e che è utile per non far capire niente a nessuno.
Infatti, l’appartenenza al sistema regionale o a quello dei licei verrà stabilita in base a ciò che un istituto farà nel nuovo ordinamento.
Ma non si dice cosa ogni istituto farà in questo nuovo ordinamento, né si dice chi lo deciderà.

Insomma, parafrasando Totò, sulla base dell’art. 26 ognuno potrebbe legittimamente chiedere: “Per andare dove dobbiamo andare noi, per dove si va?”

A determinare la “fortuna” dell’uno e/o dell’altro sistema potrebbero essere esclusivamente le scelte di studenti e genitori, che per la prima volta dovranno scegliere non tra ordini di scuola diversi, ma tra due sistemi, diversi e gerarchicamente ordinati.
Ma tra cosa sceglieranno se non è scritto da nessuna parte del Decreto come e chi dirà alle scuole a quale sistema appartengono?


Roma, 19 gennaio 2005

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La nuova istruzione professionale regionale del ministro Moratti:
a scuola per 15 ore … alla settimana. Ma, volendo, anche meno!
Comunicato Stampa di Enrico Panini

Il Ministro Moratti si è sperticata a più riprese in queste settimane nel ribadire la pari dignità del nuovo sistema di istruzione e di formazione professionale (previsto dalla sua “riforma”) col percorso liceale.

A conti fatti non è così, anzi la situazione si presenta come drammatica.
Basta fare due conti per scoprire la verità.

Lo schema di Decreto pubblicato ieri prevede (art. 17) 990 ore annue di attività di formazione.
990 ore annue sono mediamente 30 ore di lezione settimanale.
Ma di queste 30 ore solo ¾ saranno obbligatorie per la frequenza.

Un altro 25% “almeno” invece dovrà essere svolto in contesti di lavoro.
Fuor di metafora vuole dire che saranno attività lavorative: insomma, una specie di apprendistato sotto altro nome.

A conti fatti dunque uno studente di un Istituto professionale (a cui il Governo si è impegnato a garantire un percorso di pari dignità di quello del suo amico che frequenta il liceo) che:

si avvalga della facoltà di non frequentare il 25% di orario (cioè la parte non obbligatoria);
sia destinatario della quota minima lavorativa (pari ad “almeno” un altro 25%)
avrà diritto ad una formazione vera e propria solo per il restante 50% dell’orario, vale a dire per 15 ore settimanali!

Se poi la parte “in contesto lavorativo” dovesse essere superiore al 25% (il Decreto, infatti, dice “almeno il 25%”) lo studente in questione potrebbe trovarsi a non frequentare neppure un’ora di formazione!!

Questa è l’istruzione e formazione professionale di pari dignità con l’istruzione liceale?


Roma, 19 gennaio 2005


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Date: 20 Jan, 2005 on 08:35
CGIL Scuola: Comunicati Stampa 19 gennaio 2005
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