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CISL Scuola: Comunicato 26 gennaio 2005
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1. CISL Scuola: Comunicato 26 gennaio 2005
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Comunicato-stampa di Francesco Scrima, Segretario Generale della Cisl Scuola, al termine dell'incontro odierno con il Ministro sul decreto concernente il secondo ciclo


Anche se l'incontro odierno con il Ministro Moratti ha avuto come oggetto lo schema di Decreto sul secondo ciclo, noi abbiamo in premessa ribadito la non condivisione della cultura ispiratrice e dell'impianto complessivo della legge 53/2003, pur nelle consapevolezza dei vincoli che da essa discendono.

Abbiamo colto anche l'occasione per richiamare le valutazioni negative sul Decreto concernente la scuola dell'infanzia, la scuola primaria e la secondaria di primo grado, giacché, come da noi previsto e temuto, alcune scelte organizzative e didattiche - dalla CISL Scuola non condivise, contestate e rifiutate dalla stragrande maggioranza delle scuole (tempo scuola, tutor, "esperti", valutazione/portfolio, articolazione e tipologia oraria - obbligatorie/opzionali/facoltative - delle discipline) - sono state trasposte, per effetto di trascinamento, anche nel secondo ciclo, il che ci porta a riproporre nel merito tutte le nostre obiezioni e critiche di fondo.

Cinque a nostro avviso, le questioni aperte e i nodi dello schema di Decreto sui quali abbiamo sollecitato un chiaro e deciso impegno emendativo, correttivo e integrativo del Ministro.


1) La mancata garanzia di effettiva unitarietà del sistema educativo di istruzione e formazione, pur nella diversificazione e articolazione dei percorsi e la stessa mancata garanzia di comparabilità in termini culturali, educativi e sociali degli esiti che la loro frequenza garantisce agli studenti, condizioni che rappresentano per la CISL Scuola un'opzione di principio irrinunciabile.

Solo da queste, infatti, può derivare la connotazione della pari dignità tra istruzione e istruzione e formazione professionale.

Lo schema di Decreto da un lato sembra attenuare la netta demarcazione istituzionale, pedagogica e formativa tra i licei e le istituzioni formative, ambedue costituenti il secondo ciclo; dall'altra, invece, ne marca profonde differenziazioni non solo di tipo organizzativo (in qualche modo riconducibili ai vincoli della legge-delega) ma anche in ordine allo spessore culturale e, quindi, alla comparabilità (diversa dalla "omologazione" professionale) degli esiti formativi.

Le finalità formative comuni ai due percorsi sono solo annunciate nel Decreto.

E' necessaria, perciò, una loro concreta verifica nel Profilo educativo culturale e professionale dello studente al termine del secondo ciclo, richiamato in un apposito Allegato, al momento sconosciuto, di cui abbiamo pertanto reclamato la pubblicizzazione. La CISL Scuola chiede un deciso superamento di queste ambiguità.


2) La sostanziale inesigibilità del diritto/dovere all'istruzione e alla formazione "per almeno 12 anni o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età", che la legge 53/2003 esplicitamente "assicura" ma che viene invece garantita solo gradualmente e subordinatamente all'accertata disponibilità delle necessarie risorse finanziarie.

La CISL Scuola rivendica l'esplicita previsione delle risorse finanziarie occorrenti per l'attuazione della riforma, peraltro previste dalla stessa legge 53/2003 nel piano programmatico di investimento quantificato dal Governo per il quinquennio 2004/2008 - con un eccesso di enfasi propagandistica in occasione dell'approvazione del Decreto sul primo ciclo - nella misura complessiva di 8320 milioni di euro, dei quali continuiamo a chiedere conto, a fronte delle Finanziarie sempre più avare e penalizzanti per la scuola.


3) La definizione troppo generica, e quindi insufficiente, dei livelli essenziali delle prestazioni che le istituzioni formative debbono garantire - da cui deriva inevitabilmente una fragilità istituzionale dei relativi percorsi - accentuata dalla mancanza di standard formativi precettivi, anche ai fini della corrispondenza dei crediti per il passaggio tra sistemi (dai licei alle istituzioni formative e viceversa), prevedendosi addirittura la possibilità che tale corrispondenza possa essere definita attraverso intese tra MIUR e singole Regioni.

La tenuta nazionale del sistema rischia così di essere gravemente compromessa!


4) La indeterminatezza delle fasi e delle procedure gestionali transitorie: infatti, risulta certo solo che nel secondo ciclo coesisteranno, fino all'a.s. 2009/2010, scuole con doppio percorso: vecchio e nuovo.

Risulta ancora incerta e ambigua la collocazione degli attuali istituti dell'area tecnico-professionale, che per la CISL Scuola va risolta alla luce di una precisa valutazione dei profili d'uscita garantita dai percorsi e non da una semplicistica operazione di assegnazione selettiva alle distinte competenze di Stato e Regioni, basata su puri criteri nominalistici, cui non sfugge nemmeno l'annunciata distinzione, quale criterio-guida, tra percorsi "propedeutici" (licei) e percorsi "terminali" (istituzioni formative).


5) La mancanza di individuazione di una sede contrattuale per il “governo negoziato” delle trasformazioni indotte dai profondi e radicali processi di cambiamento, che riguardano anche i piani di studio e i quadri orari delle discipline di insegnamento, con discutibili modifiche degli assi culturali e ridimensionamenti delle discipline stesse. Questo aspetto, che sta già suscitando disorientamento e preoccupazione, si aggiunge agli effetti del trasferimento di "competenze" alle Regioni.

La sede di confronto è dunque indispensabile per affrontare e disciplinare l'impatto delle trasformazioni sul piano delle garanzie giuridiche e contrattuali e delle condizioni di lavoro di tutto il personale.

Per la CISL Scuola, infatti, è del tutto insufficiente l'assicurazione della tenuta dei "livelli occupazionali" nella fase di trasferimento delle competenze dallo Stato alle Regioni.

La CISL Scuola, pertanto, che l'affermazione programmatica di un impegno negoziale tra le parti sia esplicitamente contenuta nel Decreto.

Roma, 26 gennaio 2005


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Date: 27 Jan, 2005 on 10:11
CISL Scuola: Comunicato 26 gennaio 2005
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