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ASSEMBLEA PROVINCIALE
GILDA DEGLI INSEGNANTI DI BOLOGNA
Al Ministro dell’Istruzione
Al Gruppo parlamentare Commissione Istruzione
Agli organi di stampa
I sottoscritti docenti, riunitisi in assemblea in data 17/2/05, presa visione della legge 28/3/05 n.53 e dei relativi decreti attuativi,
chiedono :
l'abrogazione della legge 28 marzo 2003 n.53 - "Riforma Moratti"
Poiché siamo:
PER
Ø una scuola dell'infanzia e primaria che mantengano l'attuale organizzazione o per una riforma che le migliori;
Ø una scuola media, inferiore e superiore, di qualità, che formi il cittadino dal punto di vista sia socio-culturale sia professionale;
Ø una scuola che dia importanza ai contenuti per l'acquisizione di reali competenze e capacità;
Ø una scuola dinamica che adatti gli insegnamenti al progresso e permetta ai giovani di vivere criticamente in una società mutevole e complessa;
Ø una scuola statale laica e pluralista, così come disegnata dal dettato costituzionale, che garantisca il diritto ad una istruzione-formazione di qualità;
Ø una riforma che investa per la qualificazione culturale del nostro sistema di istruzione e formazione.
CONTRO
una riforma che:
Ø crea percorsi di formazione, licei e formazione professionale, squilibrati che non garantiscono la pari dignità fra i due sistemi;
Ø introduce un modello organizzativo di scuola ingestibile nella distinzione tra materie obbligatorie e materie opzionali;
Ø riduce le quantità orarie di discipline fondamentali, a scapito della qualità degli studi;
Ø sopprime degli insegnamenti fondamentali a scapito della completezza della formazione;
Ø introduce nuove figure e funzioni con la determinazione di gerarchie tra docenti, fonte di competizione negativa e conflitti;
Ø introduce il portfolio delle competenze che porterà alla baraonda certificativa e alla inattendibilità dei titoli di studio;
Ø abbandona la concezione della Scuola come Istituzione della Repubblica e costituisce le basi per un passaggio ad una scuola "supermercato" deregolata e autoreferenziale;
Ø intacca l’autonomia professionale e aumenta il carico di lavoro burocratico dei docenti;
Ø ubbidisce solo alla logica della riduzione della spesa con conseguente abbassamento dei livelli qualitativi sia del lavoro docente, sia degli apprendimenti degli alunni, sia della partecipazione delle famiglie.
Bologna18/02/05
Seguono 300 firme
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