L’ANIEF denuncia a tutto il mondo politico ed a tutta la stampa nazionale la gravissima situazione venutasi a creare nella provincia trentina per i precari della scuola che ivi lavorano, ma colpevoli di essere di “nazionalità italiana”.

Cavalcando la tigre del malcontento generato dalla legge 143 sul precariato scolastico, in particolare per la questione legata al doppio punteggio di servizio maturato in comuni disagiati di montagna, l’attuale Assessore all’Istruzione di tale provincia autonoma è in procinto di fare approvare dalla locale Giunta una legge di riforma della scuola trentina che di fatto chiude le porte all’immigrazione dei docenti provenienti da altre regioni e le apre in senso contrario per i non residenti.

Durante l’incontro di ieri con i precari, organizzato dalla GILDA-Trento, lo stesso Salvaterra ha esplicitamente detto che a Roma “quelli del MIUR” hanno apprezzato il suo progetto di riforma.

La nostra Associazione ritiene invece che sarebbe gravissima la responsabilità di questo governo qualora un tale infamante progetto di riforma della scuola trentina, disonorevole e ghettizzante per tutti i cittadini italiani, dovesse essere autorizzato.

Ieri era presente all’incontro anche una nostra delegazione ANIEF, formata da precari della scuola che servono lo Stato, sebbene in “terra straniera”; di seguito vi alleghiamo il resoconto dell’incontro.

[Resoconto delegazione ANIEF incontro con Assessore Salvaterra]

Oggi 16 febbraio si è tenuto a Trento, presso l’ITI Buonarroti, un incontro tra precari e l’assessore Salvaterra in collaborazione con la Gilda sezione Trentina.

Numerosi sono stati i precari che da ogni parte del Trentino hanno partecipato all’assemblea durata ben quattro ore, a dimostrazione di una situazione poco tranquilla del precariato provinciale, sottoposto a pressioni dalla riforma del sistema scolastico della “Leggina” Salvaterra. Probabilmente questa legge costringerà molti precari venuti dal sud, ma non solo, a dover lasciare in tutta fretta questa provincia “estera”.

Numerosi sono stati i temi discussi, che trasformano il Trentino in una regione staccata dal comparto scuola Nazionale, anche se le rassicurazioni dell’Assessore dicono il contrario.

1. Le graduatorie saranno quadriennali, in modo da non permettere a nessun precario di fuori provincia di accedervi in questo lasso di tempo. Sarà data invece possibilità a ciascun precario iscritto di potervi uscire in coincidenza della riapertura delle graduatorie italiane, in modo da snellire le stesse graduatorie Trentine definite affollate.

2. I precari dell’assemblea hanno protestato per un punto del contratto provinciale che penalizza gli stessi precari e dà la possibilità ai presidi di licenziare in tronco il docente accusato di non prestare adeguato servizio nella scuola, nell’arco di dieci giorni, sentito il parere della Sovrintendenza. Casi di licenziamento sarebbero già avvenuti in questo anno scolastico. Si propone la nomina di una eventuale commissione giudicatrice dei casi, anche se l’assessore ha rassicurato che la norma riguarda solo i casi più gravi.

3. Si aspetta con ansia l’uscita del regolamento che andrà a stabilire ogni criterio per la formulazione delle graduatorie trentine che saranno diverse nel punteggio da ogni graduatoria nazionale. Non è chiaro se il regolamento esca prima dell’aggiornamento delle graduatorie, anche se l’assessore ha affermato che si sta in realtà cominciando a scriverne una bozza.

4. Per garantire la continuità didattica o chi insegna in Trentino, si andrà presumibilmente ad assegnare un bonus a tutti i precari trentini che hanno insegnato in periodi superiori a tre anni continuativi in provincia, penalizzando eventuali precari in entrata o che hanno svolto servizio per due o un solo anno. Non è chiaro se la regola è retroattiva ed in tal caso sarebbe attaccabile al TAR, hanno fatto notare gli stessi insegnanti precari.

5. Ogni docente nominato in ruolo sarà costretto a restare in Trentino per tre anni consecutivi, senza speranza di assegnazioni provvisorie in altre province, se non nei casi più gravi.

6. I ruoli saranno limitati al 2% annuo, che significa circa 100/200 immissioni in ruolo per anno scolastico per tutti i gradi ed ordini di scuola, non tenendo conto di eventuali proposte italiane di immissione in ruolo su tutti i posti vacanti (vedi ad es. proposta del Senatore Valditara).

7. Non si è parlato del problema delle nomine triennali che secondo il testo della leggina sarebbero date dalla sovrintendenza ad inizio anno scolastico.

8. La GILDA garantisce inoltre che la proposta dell’assessore di portare le cattedre dal monte ore di 18 a 24 settimanali sarebbe tramontata, con una chiara marcia indietro della Provincia. Questa proposta avrebbe annientato il precariato, nel senso che non ci sarebbero state più cattedre disponibili ad inizio anno per i precari.

9. L’assessore promette chiarezza nel suo regolamento per andare a definire quali corsi di specializzazione e di perfezionamento siano validi ai fini dell’attribuzione dei tre punti aggiuntivi, riconoscendo non attendibili alcuni di essi e riservandosi la possibilità di andare ad elencare quali siano quelli validi.

10. Numerose sono state le proteste per la non regolamentazione a Trento dei corsi abilitanti riservati (quelli previsti dalla legge nazionale 143). E’ evidente la disparità di trattamento rispetto a chi lavora nel resto d’Italia dove tali corsi sono stati recentemente autorizzati con decreto del MIUR n° 21 del 9/02/2005. Si aspetta dalla Sovrintendenza una regolamentazione prima del 16 marzo (scadenza per l’iscrizione ai corsi nel resto d’Italia) in modo da poter dare la possibilità ad ogni precario di scegliere cosa fare, vale a dire se restare in Trentino o andar via. Anche quest’ulteriore discrepanza con la normativa nazionale sembra voluta apposta, quale ulteriore ausilio per favorire il deflusso dai confini territoriali di precari provenienti da fuori provincia.

11. Lungo è stato il dibattito sul punteggio doppio di montagna. In aula si riteneva ingiusta per alcuni precari l’azzeramento del punteggio doppio per l’anno corrente, sancito da una legge Nazionale e valevole al momento della scelta delle sedi di lavoro lo scorso Agosto. Ancora una volta si vuole mettere mano retroattivamente alle regole cambiandole in corsa, anzi addirittura a corsa finita. L’assessore, fuori da ogni logica,

non riconosce il danno subito da coloro che hanno scelto cattedre svantaggiate pur potendo scegliere, essendo ai primi posti in graduatoria, comode cattedre annuali a “fondo valle” o in città;
non riconosce il danno subito da chi si è sacrificato con i rimanenti spezzoni di montagna sempre potendo scegliere cattedre complete di pianura a Trento, Riva del Garda, Rovereto, ecc.;
non riconosce il danno subito da chi, costretto dalla legge ma nel rispetto della stessa, ha dovuto sacrificare la vicinanza tra la sede di lavoro e la sede di residenza della propria famiglia per non danneggiare la propria posizione in graduatoria.
[Fine resoconto delegazione ANIEF incontro con Assessore Salvaterra]

Napoli, 17 Febbraio 2005

Collegio Nazionale di Presidenza