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SinCobas: Comunicati 25-26 febbraio 2005
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1. SinCobas: Comunicati 25-26 febbraio 2005
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SOLDI, DIRITTI E PREVIDENZA PUBBLICA!

ABROGAZIONE TOTALE DELLA RIFORMA MORATTI

COPERTURA DI TUTTI I POSTI VACANTI

18 MARZO: SCIOPERO

DELLA SCUOLA E DI TUTTO IL PUBBLICO IMPIEGO

Il contratto per il biennio 2004-2005 di tutti i pubblici dipendenti, scuola compresa, è scaduto da ormai… quasi un biennio! Il governo non vuole saperne di aprire le trattative e ha previsto in finanziaria uno stanziamento economico del 4,7 % in due anni, una cifra lontana dall’8% di aumento richiesto dai confederali e lontanissima dal 13% che servirebbe a recuperare almeno le perdite degli ultimissimi anni. Le trattative devono essere aperte e subito: gli aumenti devono essere sufficienti a coprire il reale aumento del costo della vita (almeno € 250,00 mensili lordi) e devono essere tutti in paga base.

Non possiamo aspettare ogni volta anni per l’avvio delle trattative né sottostare ai vincoli disposti unilateralmente dalla finanziaria: il costo della vita aumenta ogni giorno, e senza chiedere il permesso a nessuno. Il nostro stipendio deve garantirci una vita dignitosa sempre: devono essere istituiti meccanismi di recupero automatico dell’inflazione reale per difendere il nostro potere d’acquisto, mentre la contrattazione deve servire a migliorarlo.

Ma lo sciopero del 18 marzo riguarda anche la situazione più generale che docenti e ATA stanno vivendo nella scuola in conseguenza delle riforme già approvate (autonomia scolastica), di quelle in via di attuazione e di quelle annunciate dalla ministra Moratti.

Lo motivazioni dello sciopero in sintesi possono essere così riassunte:

1) la cancellazione della Legge 53/03 (riforma Moratti)

2) consistenti investimenti per la scuola pubblica

3) il riconoscimento, anche ai fini economici, di tutta l’anzianità maturata dagli ATA ex enti locali nei loro enti di provenienza, estendendo a tutti quanto riconosciuto proprio nei giorni scorsi con una sentenza della Cassazione

4) l’aumento degli organici e la relativa copertura attraverso l’immissione in ruolo dei precari (docenti e ATA)

5) la totale opposizione a qualsiasi intervento legislativo finalizzato alla modifica dello stato giuridico del personale della scuola, alla limitazione della libertà di insegnamento, allo stravolgimento delle regole nazionali di reclutamento

6) la risoluzione del problema del personale inidoneo (art. 35 finanziaria 2003) tramite la costituzione di un organico aggiuntivo di scuola/istituto.

Dev’essere inoltre fermata la truffa dei fondi pensione privati (il cui possibile fallimento non è garantito in alcun modo con il rischio di perdere perfino il capitale investito; un esempio per tutti? I fondi Comit). Lo scippo della liquidazione, la previdenza integrativa e la costituzione dei fondi di comparto (Espero nella scuola) non sono la risposta al problema, reale, che riguarda il nostro futuro pensionistico. Bisogna fermarne i decreti governativi in via di approvazione dopo il via libera del 17 febbraio da parte dei sindacati confederali e autonomi e porsi l’unico obiettivo sindacalmente “dignitoso”: la pensione deve tornare ad essere legata all’ultimo stipendio!

Infine chiediamo il riconoscimento di tutti i diritti sindacali, compreso quello di assemblea, ai singoli delegati RSU e alle relative organizzazioni sindacali di appartenenza - e che venga posto fine ai continui tentativi della Commissione di Garanzia di limitare la possibilità e l’efficacia del diritto di sciopero.

Abbiamo scelto di scioperare lo stesso giorno in cui hanno proclamato lo sciopero anche i sindacati confederali, benché su obiettivi inequivocabilmente diversi, perché pensiamo che i lavoratori vogliano esprimere in modo unitario la radicale contrarietà che hanno dimostrato in varie forme (locamente e nazionalmente) al “disfacimento” della scuola pubblica perseguito dalla Moratti e al peggioramento delle loro condizioni di vita e di lavoro. Radicalità che i confederali continuano, a nostro parere, a non voler assumere fino in fondo.

26 febbraio 2005

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ATA ex enti locali

LA CASSAZIONE CONFERMA IL DIRITTO ALL'ANZIANITÀ

VINCONO LE RAGIONI DEI LAVORATORI

CONTRO IL MIUR

CONTRO L’ACCORDO BIDONE DI CGIL-CISL-UIL-SNALS!

La Cassazione ha respinto il ricorso del MIUR contro una sentenza di Appello vinta a Milano dagli ATA ex enti locali che vedono così riconosciuto, con giudizio inappellabile, il diritto al riconoscimento dell’intera anzianità maturata negli enti di provenienza.

Una decisione che riguarda per la verità solo i ricorrenti del caso esaminato dalla Cassazione ma di cui ora dovranno prendere atto il Ministero e le organizzazioni sindacali CGIL-CISL-UIL-SNALS che avevano messo la loro firma sul famigerato accordo del luglio 2000, l’accordo che aveva inventato quel mostro giuridico che va sotto il nome di “temporizzazione”. Un termine che gli ATA ex enti locali hanno imparato a detestare dal momento in cui hanno capito quale grande truffa si nascondeva dietro quel termine. In parole povere un meccanismo perverso, studiato ad arte, per “rubare” parte dell’anzianità che gli 80.000 ATA trasferiti dagli enti locali allo Stato avevano maturato nelle amministrazioni locali di provenienza. Una anzianità riconosciuta dalla legge e scippata da un accordo sindacale mai sottoposto al voto delle lavoratrici e dei lavoratori!

Ora siamo certi che gli artefici di quella truffa ai danni dei lavoratori canteranno vittoria e cercheranno pure di attribuirsi dei meriti. L’hanno fatto in occasione della prima sentenza favorevole ai lavoratori pronunciata dal tribunale di Milano, quella presentata da 230 ATA assistiti dal Sincobas. Da allora hanno cominciato pure loro a fare le cause. Peccato che per vincerle serviva “disapplicare” il loro stesso accordo! Sono le meschinità di una politica sindacale fallimentare, la stessa che in questi anni ha svenduto la scala mobile, le pensioni , il diritto ad una vecchiaia dignitosa dopo 35 anni di lavoro e che ora vuole “speculare” perfino sulla nostra liquidazione invitandoci ad investirla sul mercato attraverso il fondo Espero.

Una politica sindacale che da anni si arroga il diritto di dettare le regole della “democrazia” nei luoghi di lavoro negando a noi e ad altri sindacati la possibilità di fare assemblee e di rappresentare nelle trattative i lavoratori che ci hanno votato nelle elezioni delle RSU.

E’ triste pensare che i lavoratori siano dovuti ricorrere ai giudici per vedere rispettato un diritto sancito dalla legge. E’ una grande gioia per noi e per tutti gli ATA, ne siamo certi, sapere che con questa sentenza i giochi si riaprono.

Notizie e commenti più dettagliati saranno forniti presso tutte le nostre sedi appena la sentenza sarà depositata.

p. la Segreteria nazionale del Sincobas

Margherita Recaldini

Milano, 25 febbraio 2005


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Date: 28 Feb, 2005 on 15:54
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