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FISH: Comunicato 20 febbraio 2005
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1. FISH: Comunicato 20 febbraio 2005
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REGIONE LAZIO PROVINCIA E COMUNE DI ROMA FANNO SUL SERIO O NO PER GLI ACCORDI DI PROGRAMMA SULL’INTEGRAZIONE SCOLASTICA?


La settimana scorsa la F.I.S.H. ( Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) del Lazio, presieduta da Bruno Tescari, ha organizzato, ospitata a Palazzo Valentini, sede della provincia, una tavola rotonda sui “preliminari per la possibile stipula degli accordi di programma” necessari a migliorare la qualità dell’integrazione scolastica degli alunni con disabilità nel Lazio.
Il titolo era volutamente possibilista , perché , dal 1992, data della L.n. 104/92 sui diritti delle persone handicappate che ha introdotto gli accordi di programma nelle politiche sociali, nel Lazio ed a Roma, a differenza di molte altre regioni , province e città-capoluogo, non si è mai riusciti a stipulare questo strumento giuridico , unico che può garantire in tempi reali la programmazione dei servizi in rete per assicurare effettivamente ed efficacemente la realizzazione dell’integrazione scolastica.
E, si badi bene, nel Lazio nell’attuale anno scolastico frequentano oltre 18.300 alunni con disabilità; essi sono affiancati da poco più di 6700 docenti per il sostegno ed alcune centinaia di assistenti per l’autonomia e la comunicazione, nominati dai comuni e dalle province ai sensi dell’art 13 comma 3 L.n. 104/92, rispettivamente per la scuola dell’infanzia e dell’obbligo e per le scuole superiori secondo la ripartizione di competenze amministrative e finanziarie fissate dall’art 139 del decreto legislativo n.. 112 /98. Purtroppo il numero effettivo degli assistenti degli enti locali non è noto, mancando un coordinamento regionale che permetta di raccogliere tutti i dati sulle risorse disponibili per far fronte ai bisogni evidenziati nelle diagnosi funzionali delle ASL. Ed anche per le diagnosi funzionali non esiste un protocollo comune, stilato ai sensi dei criteri dell’Organizzazione mondiale della sanità contenuti nei cosiddetti ICD10; ciò comporta l’assurdità che la stessa tipologia e gravità di minorazione viene valutata in un modo in una Asl ed in modo diverso nell’ASL accanto.Anche il trasporto gratuito da casa a scuola, a carico degli Enti locali ai sensi dell’art 28 della L.n. 118/71, viene fornito o non fornito a seconda del comune o della provincia in cui gli alunni frequentano. E pure l’assistenza igienica, nei casi di alunni con handicap in situazione di particolare gravità, viene fornita con modalità diversa e talora non fornita dalle singole scuole autonome, pur essendovi una precisa norma del Contratto collettivo di lavoro, approvato il 24/7/03 che all’art 47 Allegato “A” fa carico di tale compito ai collaboratori scolastici fornite dagli Uffici scolastici regionali, che pagano un compenso aggiuntivo e pur essendo stati svolti dagli stessi uffici negli ultimi anni oltre un migliaio di corsi di aggiornamento che hanno raggiunto alcune decine di migliaia di unità di personale. Senza dire che in talune scuole alcuni alunni ricevono contemporaneamente la collaborazione di insegnanti per il sostegno, assistenti degli enti locali ed assistenti di base per l’assistenza igienica, mentre in altre ci sono alunni che hanno un rapporto di uno a sei, sette o otto per ogni insegnante per il sostegno. Le stesse discriminazioni, dovute alla mancata programmazione e coordinamento , si verifica assai spesso per l’allocazione delle risorse finanziarie. Alcune scuole riescono a lucrare fondi dal Ministero dell’Istruzione, dalla Regione e dal comune, mentre altre rimangono totalmente prive.
E che dire poi delle prassi d’integrazione? In quasi tutte le scuole l’alunno con disabilità è delegato al solo insegnante per il sostegno, dal momento che gli insegnanti di classe, che per legge dovrebbero farsi carico di lui come di tutti i compagni, non effettuano alcun intervento didattico, con la motivazione che non hanno avuto alcuna formazione iniziale o in servizio sull’integrazione scolastica e quindi non saprebbero cosa fare; l’aggiornamento dei docenti curricolari è purtroppo facoltativo ed i pochi corsi organizzati da qualche scuola volenterosa sono frequentanti da non più del 4 o 5% dei docenti con evidente sperpero delle scarse risorse disponibili, mentre dovrebbero essere obbligatori, secondo almeno logica ed una nuova visione della scuola.
Per cercare di rimettere ordine in tutto ciò, la Fish, che coordina moltissime associazioni di persone con disabilità e loro familiari, aveva organizzato, preceduta da ampi contatti coi politici regionali e degli enti locali, l’incontro a palazzo Valentini.
All’incontro che doveva porre le basi per avviare le trattative sugli accordi di programma, il rappresentante politico della regione non è intervenuto senza alcuna giustificazione; l’Ufficio scolastico regionale si è limitato a portare un saluto; gli assessori provinciali Cecchini , Monteforte e il consigliere delegato all’handicap Biolghini sono intervenuti dicendo che occorre andarci piano perché bisogna ben calcolare i costi degli impegni che si assumono con gli accordi di programma.L’assessore comunale di Roma, ha dimostrato più disponibilità, ma non ha fornito, come espressamente richiesto dalle associazioni, una data in cui avrebbe potuto iniziare la discussione sui possibili contenuti dell’accordo di programma comunale e dei municipi.
Callori di Vignale, dell’ASL RM “H”, è intervenuto solo come tecnico e non in rappresentanza della sanità del Lazio, non avendone avuto alcuna delega.
Eppure , la cosa , sotto un profilo giuridico, non è difficile. Infatti esistono norme ben precise che fissano le attribuzioni amministrative e finanziarie obbligatorie per regione, province e comuni e le associazioni hanno fornito , prima dell’incontro, ampia documentazione di ciò. Anzi per la provincia di Roma aveva già lavorato per quasi un anno l’apposito Gruppo di lavoro interistituzionale di cui all’art 15 della L.n. 104/92, che ha predisposto una bozza di accordo di programma, ovviamente formulata solo a livello tecnico, che però è un’ottima base per l’avvio della discussione; ma questa bozza non è stata neppure citata, pur essendo costata fatica e numerose giornate lavorative per i tecnici, delegati dalle rispettive amministrazioni, che ll’hanno elaborata.
Al termine dei lavori, sotto le incalzanti richieste delle associazioni, i politici hanno ribadito la loro disponibilità, ma senza prendere alcun impegno circa la data di inizio della discussione in sede politica delle bozze di accordi di programma, verificandosi così quanto si è già ripetuto da oltre un decennio e cioè il gioco al rinvio, che con questo incontro sembrava si potesse modificare, almeno stando alle promesse fatte in privato da tutti i politici contattati prima.
A questo punto, le associazioni chiedono ufficialmente ai Presidenti ed agli Assessori regionali e degli Enti locali, nonché all’Ufficio scolastico regionale, di voler mettere in pratica la disponibilità politica operativa manifestata in privato.
Se . nei prossimi giorni, Regione, Provincia e Comune di Roma non fisseranno le date ravvicinate per l’avvio della discussione degli accordi di programma, le associazioni certamente daranno avvio ad iniziative di sollecito e poi di protesta, affinché, in prossimità delle elezioni, ciascuno ne tragga le dovute conseguenze.
L’appuntamento per l’avvio delle iniziative di sollecito sarà a partire da fine febbraio. C’è un mese prima delle elezioni. In un mese, se c’è volontà politica, si può fare molto!
Non si può rimanere eternamente alla fase dei “preliminari”
Roma è eterna; ma vorremmo che lo fosse solo in senso positivo!!

Roma 20 Febbraio 2005
Salvatore Nocera
Vicepresidente nazionale della Fish


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Mail: redazione@edscuola.com
Date: 21 Feb, 2005 on 15:19
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