LEGAMBIENTE SCUOLA NEWS N. 36, MARZO 2005
Notizie e commenti sul mondo della scuolaDOSSIER 2005
SCUOLA PUBBLICA:
LIQUIDAZIONE… DI FINE STAGIONE
Cifre, dati, commenti
Sui tagli operati dal Governo ai danni della scuola pubblica
http://www.legambiente.com/canale6/scuola
E’ questa la terza edizione del dossier “Scuola pubblica: liquidazione di fine stagione” che, con cifre e commenti, vuole documentare i tagli avvenuti negli ultimi tre anni ai danni della scuola pubblica, determinati dagli interventi operati dal governo sia attraverso le finanziarie, sia attraverso lo strumento dell’articolazione delle voci di spesa (circolari, direttive…). Il quadro, anno dopo anno, è sempre più preoccupante: crescono i tagli di struttura (istituzioni scolastiche, organico docenti e personale ATA) mentre calano gli investimenti in settori nevralgici come l’arricchimento dell’offerta formativa, la scuola solidale… fino al paradosso che la stessa riforma, non trova i finanziamenti per poter camminare.
Da due anni poi non arrivano alle scuole finanziamenti per le nuove tecnologie, l’informatica, una delle tre “i” della campagna elettorale berlusconiana.
Il dossier che presentiamo, pur parlando di cifre e non di riforma, in realtà descrive nei dettagli un processo di cambiamento strisciante, uno smantellamento progressivo della scuola pubblica.
Quattro finanziarie approvate dal governo di centro destra che hanno pesantemente inciso sulla scuola apportandovi modifiche organizzative, hanno segnato la qualità del sistema, hanno attuato punto per punto i contenuti dello scambio epistolare Moratti – Tremonti del luglio 2001, il cui obiettivo dichiarato era il risparmio economico, funzionale a determinare l’arretramento dello stato sociale, della scuola come istituzione pubblica, per aprire sempre più ampi spazi ad un servizio scolastico a domanda, a percorsi di istruzione del tutto individuali e privati. E in parallelo una riforma della scuola che, portata avanti caparbiamente, a colpi di maggioranza, da tre anni sta creando negli insegnanti, nei genitori, nella società civile, incertezza, tensione, rabbia…
INDICE
Paragrafo 1: Uno scambio epistolare per… non dimenticare
Paragrafo 2: Meno scuole
Paragrafo 3: Meno insegnanti ma più alunni
Paragrafo 4: Meno sostegno
Paragrafo 5: Una scuola precaria
Paragrafo 6: Meno personale non docente
Paragrafo 7: Sempre meno investimenti per la scuola pubblica
Paragrafo 8: Informatica: scomparsa
Paragrafo 9: Sicurezza. Proroga continua
Paragrafo 10: Uno stop anche per le paritarie
Paragrafo 11: Le tasche vuote della riforma
Appendice A: Tutte le finanziarie, comma dopo comma
Appendice B: Tutti i tagli regione per regione
1. UNO SCAMBIO EPISTOLARE PER… NON DIMENTICARE
18 luglio 2001. “Il nostro progetto sarà ispirato dalla convinzione che l’istruzione italiana necessita di interventi rapidi e precisi… Per realizzare questi obiettivi abbiamo ottenuto nel Documento di Programmazione Economica e Finanziaria, politiche di investimento che favoriscano un aumento della scolarizzazione, che migliorino la qualificazione professionale di giovani ed adulti, che valorizzino le risorse umane impegnate, che sostengano la ricerca”.
Così interveniva il Ministro dell’Istruzione Letizia Moratti al Parlamento presentando le sue dichiarazioni programmatiche.
Solo pochi giorni dopo però (2 agosto 2001) il Ministro Moratti avvia con il collega Tremonti una corrispondenza epistolare che rappresenta, a posteriori, una chiave di lettura che permette di interpretare le scelte di politica scolastica sin qui attuate.
In essa, il Ministro di Viale Trastevere individua l’elevamento dell’obbligo scolastico (L. 9/99), l’aumento di iscrizioni alla scuola materna e la generalizzazione delle lingue straniere nella scuola elementare come cause della mancata contrazione degli organici. Individua anche possibili aree di intervento di risparmio quali ridefinizione dei criteri di dimensionamento delle scuole, mobilità professionale per le graduatorie con docenti in esubero, trasformazione dell’orario di insegnamento e razionalizzazione delle classi di concorso, riduzione del numero di insegnanti specialisti per l’insegnamento delle lingue straniere nelle elementari, ridefinizione dei compiti e dei ruoli del personale ATA e l’esternalizzazione delle funzioni. Solo nel rispetto di questi impegni, il Ministro Tremonti comunica alla collega il 9 novembre 2001 di aver firmato il decreto relativo alla determinazione degli organici.
Sono queste le vere linee programmatiche che guideranno il governo negli anni successivi negli interventi sulla scuola e che si ritrovano puntualmente nelle leggi finanziarie che accompagnano questi quattro anni, nella legge di riforma della scuola e nei decreti applicativi.
La L. 53/03 nell’ultimo articolo abolisce la L. 9/99 sull’elevamento dell’obbligo scolastico. Tempi duri anche per l’insegnamento dell’inglese, individuato come fonte di spesa eccessiva. La C.M. 16 del 2002, applicativa della finanziaria di quell’anno, lascia l’insegnamento della lingua inglese nella scuola elementare solo alle classi del 2° ciclo, organico permettendo. Poi la finanziaria 2005 afferma che “l’insegnamento della lingua straniera nella scuola primaria è impartito dai docenti delle classi”. L’applicazione di questo comma deve garantire il recupero su posto comune di non meno di 14.200 docenti specialisti e specializzati nei prossimi due anni scolastici. 234 milioni di euro risparmiati, secondo il Ministro Siniscalco. Che dire poi dell’insegnamento delle lingue straniere nella scuola media! Nel triennio gli alunni perdono 281 ore, il 33,3% delle ore impartite nella scuola pre-Moratti!
Il personale Collaboratore Scolastico, individuato come fonte eccessiva di spesa, con la finanziaria 2003, si vede ampliare il profilo professionale: accoglienza degli alunni, sorveglianza e vigilanza sugli stessi durante la mensa, queste le nuove funzioni introdotte per legge, senza un corrispettivo riconoscimento economico. La stessa finanziaria ne prevede la riduzione del numero del 6% nel triennio 2003-05.
Il dossier che presentiamo, perciò, pur parlando di cifre aride, in realtà descrive nei dettagli il piano riformatore sopra descritto che è già in avanzato stato di realizzazione: meno scuole, meno classi ma più numerose per numero di alunni, meno insegnanti, meno sostegno, meno risorse finanziarie per l’offerta formativa, fino al paradosso di annullare i finanziamenti per l’informatica e diminuire l’orario di insegnamento dell’inglese, due delle famigerate tre “i” della campagna elettorale di Berlusconi. Con tutto ciò ben si sposa il “meno tempo scuola” già attuato dal decreto di riforma per la scuola del primo ciclo e da quello previsto per il secondo ciclo.
Se confrontiamo i dati relativi all’anno scolastico in corso con quelli del 2001/02 (l’ultimo che ha utilizzato le risorse stanziate dalla finanziaria del centro sinistra) emerge il profilo di una scuola impoverita, precaria, privata di risorse professionali e finanziarie. Una scuola pubblica in liquidazione!
TUTTO IL DOSSIER
“SCUOLA PUBBLICA: LIQUIDAZIONE DI FINE STAGIONE
Edizione 2005
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