La riforma degli organi collegiali della scuola deve salvaguardare, nello spirito dell’autonomia, in quegli organismi rappresentativi, la partecipazione democratica dei suoi componenti. Così esordisce il prof. Angelo Ruggiero, presidente dell’AESPI (Associazione Europea Scuola e Professionalità Insegnante) “In modo particolare il collegio dei docenti deve avere un presidente eletto fra i suoi membri e non come avviene adesso che lo presiede il dirigente scolastico o un docente di suo gradimento. Il collegio è un organismo che garantisce l’esercizio della libertà di insegnamento, deve essere assicurato quel grado di democrazia e di autonomia, cosi come avviene, per analogia, in molti organi della pubblica amministrazione, vedi consiglio comunale”. E conclude: “siamo in parte confortati dal parere espresso dal Consiglio nazionale della pubblica istruzione del 21 dicembre scorso prot. n. 18346. Nel documento il Cnpi ritiene che gli organi collegiali devono essere rappresentativi, su base rigorosamente democratica e pertanto elettiva”.Il prof. Andrea Bottone, segretario regionale del Lazio dell’AESPI, aggiunge: “ Il Cnpi ritiene che al collegio dei docenti deve essere riconosciuta la piena sovranità sulle scelte didattiche e sull’offerta formativa, coerentemente con i principi stabiliti dal Dpr n.275/99 e dall’autonomia prevista dalla modifica costituzionale dell’art. 117, comma 3. Attualmente noi riteniamo che questo organo collegiale sia “governato” dal dirigente scolastico, in alcuni casi si lamentano vere e proprie prevaricazioni, dove il medesimo invece di presiederlo lo dirige. Questo non è concepibile in una istituzione educativa, dove si insegnano le regole della democrazia, il rispetto delle libertà, in modo particolare di quella di pensiero sancita dall’art. 21 della Costituzione”. Prosegue: “Senza contare che i presidi avendo ottenuto la dirigenza, pur provenendo dal ruolo docente non vi appartengono più. Cosa ben diversa, per analogia, nelle università dove il senato accademico nella sua autonomia è presieduto dal rettore ma questa è una carica elettiva esercitata da un docente per un triennio. Pertanto se ci deve essere autonomia, bisogna garantirla nella separazione dei poteri e nel rispetto della partecipazione democratica”.

14 gennaio 2005