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CISAL Scuola: Comunicato 11 marzo 2003
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1. CISAL Scuola: Comunicato 11 marzo 2003
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PESANTI TAGLI AGLI ORGANICI DELLA SCUOLA

La CISAL Scuola manifesta il suo sconcerto per quanto sta accadendo nella Scuola italiana: all’approvazione di una legge di riforma molto discutibile e alla grave mancanza del rinnovo contrattuale di categoria si aggiungono, ultima chicca, le recenti disposizioni in ordine agli organici per il prossimo a.s. 2003-04. Le tabelle riportate a conclusione della bozza del Decreto interministeriale Disposizioni sulla determinazione degli Organici del Personale Docente per l’anno scolastico 2003/2004, facente seguito alla Circolare Ministeriale n. 27, Dotazioni organiche del personale docente per l’anno scolastico 2003/2004 dello stesso giorno, sembrano un bollettino di guerra. I tagli agli organici sono pesantissimi, soprattutto per la scuola superiore, e i caduti sono i migliaia di docenti a tempo determinato che non vedranno rinnovato il loro contratto di lavoro il prossimo anno scolastico. Come se la situazione dei precari della scuola, unica nel panorama delle pubbliche amministrazioni, non fosse già di per sé abbastanza drammatica, visto che in alcune classi di concorso molti docenti hanno già la matematica certezza che, nonostante anni ed anni di insegnamento, non avranno la soddisfazione di entrare mai in ruolo! Ed è probabile che questo sia solo l’inizio e che ben presto si andranno a toccare anche le illusorie sicurezze del docente a tempo indeterminato, che potrà essere messo in disponibilità con riduzione del 50% dello stipendio e dopo 24 mesi licenziato! Ma torniamo alle cifre. Si salva solo la scuola materna, evidentemente per effetto dell’anticipazione dell’età di accesso frutto della riforma in via di sperimentazione. Per il resto il panorama è inquietante. 1965 posti in meno nella scuola elementare, 304 nella scuola media e ben 6132 nella scuola superiore. Anche tra gli insegnanti di sostegno le cifre parlano tristemente: 1058 posti in meno, e se pensiamo a quanti bambini portatori di handicap saranno privati del loro “diritto allo studio” facciamo fatica a definire ancora civile la nostra società. In tutto i tagli agli organici del solo personale docente sono di 7989 unità, con gli ATA arriviamo a 12561 posti di lavoro in meno nel comparto scuola. Del resto non poteva che essere questo il risultato di un decreto che, anche se ancora sotto forma di bozza, parla con chiarezza: 20 alunni minimo per classe, anche in presenza di corsi sperimentali, accorpamento delle classi intermedie, obbligo per il dirigente scolastico di portare tutte le cattedre a 18 ore (ma questo già dallo scorso a.s.) e soprattutto di completarle fino a 24 su consenso del docente, prima di affidarle ai contratti a tempo determinato. Il recondito desiderio del Ministro di portare il numero di ore dei docenti a livello impiegatizio appare sempre più chiaro e non ci vuole certo particolare fantasia ad immaginare i possibili futuri sviluppi di questa situazione. La CISAL Scuola vicina ai migliaia lavoratori, di ruolo e precari, che vivono con sofferenza e rassegnazione quanto gli viene incoscientemente imposto, invita tutti i docenti a rifiutarsi categoricamente dal prestare un orario di servizio superiore alle 18 ore di cattedra nel rispetto della propria dignità professionale, che non accetta di veder ricondotti il ruolo e la funzione docente ad un pacchetto di ore da rimpolpare il più possibile per risparmiare risorse da spendere da qualche altra parte e per solidarietà con i colleghi precari che, alla luce di queste nuove disposizioni, rischiano il prossimo a. s. di non lavorare neanche un giorno. Invita quindi tutti i suoi iscritti a partecipare numerosi allo sciopero indetto per il 24 marzo prossimo, nella convinzione che non si possa lasciare distruggere in questo modo la scuola statale e permettere che con tanta leggerezza le crude logiche dei numeri trionfino sul valore della cultura.

Il Segretario Generale della CISAL Scuola
Prof. Maurizio Danza


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Mail: redazione@edscuola.com
Date: 11 Mar, 2003 on 14:33
CISAL Scuola: Comunicato 11 marzo 2003
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