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APEF: Articolo 1 ottobre 2002
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1. APEF: Articolo 1 ottobre 2002
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da Italia Oggi
1 ottobre 2002

Sciopero, ergo sum
di Sandro Gigliotti

L’anno scolastico è iniziato, per la seconda volta nella storia, con la quasi totalità dei docenti in cattedra fin dal primo giorno. Un decreto di sperimentazione, che il Ministro ha riscritto accogliendo alcuni giusti suggerimenti di CNPI e ANCI, ha ottenuto una adesione di scuole ( e di colleghi ) di molto superiore al previsto, a testimonianza del fatto che va nella direzione giusta. I tempi di inizio della trattativa contrattuale si mantengono nella norma ( tutti i contratti precedenti non sono mai stati firmati prima del secondo anno di vigenza). Nello stesso tempo appare chiaro che la condizione del Paese non è, dal punto di vista economico, la migliore possibile, stante anche la fase di stagnazione che investe tutto il mondo occidentale, e, dunque, il Governo cerca di razionalizzare (leggasi : mettere sotto controllo) una spesa per il personale scolastico completamente fuori dai parametri europei. Anche Lombardi, anche Berlinguer, anche De Mauro hanno operato in questa logica nelle precedenti Finanziarie. Non è una questione di schieramento politico, ma di necessità inderogabile. Buon senso vorrebbe che se ne tenesse dovuto conto. Eppure l’anno scolastico inizia con una raffica di scioperi. Qualcuno dirà, peraltro giustamente, che ci sono tante cose che non funzionano (carenza di investimenti per le riforme, concorso Dirigenti non attuato, una frequente discrasia fra le dichiarazioni di intenti e le realizzazioni), e che il diritto di sciopero è, comunque, un diritto, e perciò non c'è da stupirsi se c’è chi lo utilizza.
Non mi stupisco, infatti. Non è per stupore che scrivo questa nota. E' che, ancora una volta, mi sembra che il sindacalismo italiano fatichi a capire quanto c'è di nuovo nel mondo e quanto, dunque, gli converrebbe rinnovarsi.
Prima dell'estate il girotondo attorno al Ministero. Oggi gli scioperi contro e preventivi. Ma se pure c'è una logica, condivisibile o meno, nel girotondo, visto che implica la volontà, libera e autoreferenziale, dei partecipanti, in un ambito tutto politico e movimentista, in questo sciopero della scuola di inizio d'anno, che creerà disagi e farà perdere inutilmente danaro ed energie, mi sembra non esistere molto costrutto.
Lo sciopero è sempre stato l’estrema forma di pressione per ottenere risultati nel pieno di una vertenza di categoria. Ma dov'è la "vertenza", oggi ?. E chi l'interlocutore? Il Governo, il Ministro, il Parlamento, George Bush? Tutti insieme interlocutori, e quindi, nessun interlocutore?
Dice Giuliano Amato che il quadro sindacale europeo sarà profondamente modificato dai processi di integrazione, e che i tradizionali meccanismi di rappresentanza numerica dovranno necessariamente lasciare il passo a quelli della rappresentanza "propositiva". Senza proposte, niente credibilità, quindi niente interlocuzione, niente risultato.
Invece la Cgil proclama lo sciopero contro la Finanziaria due settimane prima che la stessa sia varata; i Cobas chiedono niente di meno che il “ ripristino della scala mobile”; gli Unicobas scioperano contro il monopolio del diritto di assemblea; la Cisl contro i tagli all'organico, lo Snals contro il maestro unico; la Gilda contro l’inerzia confederale (sic!) e del Governo sul mancato rinnovo del contratto…. Una vera babele di richieste e di date, che si traduce nella solita babele nelle scuole e nello sconforto della gran parte degli insegnanti. Che magari aderiranno pure, per disperazione e per volontà di sfogo, ma saranno stati di nuovo trattati da massa di manovra da quanti sanno perfettamente della strumentalità e inutilità di questo sciopero.
Non si vuole qui giudicare nessuno. Né negare il diritto alla dialettica sociale, anche dura. E' che sembra essere di fronte, in questa circostanza, più che ad una rivendicazione sindacale, ad una affermazione di esistenza. Chi non ha altro da dire, pone se stesso attraverso lo sciopero. Tutti alla rincorsa di tutti, alla ricerca della propria visibilità, per non lasciare l'agognata piazza agli altri.
Sciopero, ergo, sum , dimensione ontologica del sindacato del XXI secolo.

Sandro Gigliotti
Presidente Associazione Professionale Europea di Formazione (APEF)


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Date: 02 Oct, 2002 on 10:38
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