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Subject  :  alunni con lieve ritardo di apprendimento.Definizione degli obiettivi minimi
Author  :  gabriele gabriele.chiavetta@tin.it
Date  :  04 Mar, 2002 on 23:43
Sono un insegnante di sostegno presso un Istituto Professionale per l'agricoltura e l'Ambiente, da diverso tempo sto cercando di individuare cosa si intende lavorare per "Obiettivi minimi" con ragazzi che nella diagnosi medica presentano un lieve ritardo nell'apprendimento.
Nella nostra Scuola, per esempio, su diciassette ragazzi in situazione di handicap ben dieci svolgono gli "obiettivi minimi", cioè presentano un lieve grado di deficit di apprendimento. Il fenomeno quindi, è in crescita.
Sappiamo ormai per certo che un disagio nell'età dell'adolescenza può trasformarsi rapidamente in fenomeni ben più gravi di disadattamento o addirittura in vere e proprie forme di malattie psichiche.
Il problema si pone in misura sempre più grande man mano che gli studenti dal primo anno , passano alle classi successive.
Le materie sono molto numerose e dal punto di vista tecnico sempre più complesse;
Le prove di verifica si accavallano ininterrottamente (oltre agli scrutini quadrimestrali c'è il "pagellino!");
La tensione e l'impegno a cui sono sottoposti i ragazzi incalza sempre più;
Le ore di pratica sono ridotte al lumicino (se non proprio annullate del tutto).

Cosa si può fare? E' giusto ridurre quantitativamente oltre ad alcuni contenuti anche degli obiettivi più complessi?
E' possibile ridurre il numero di verifiche scritte ed orali per quadrimestre?
E' possibile dare tempi più lunghi per la consegna delle verifiche scritte?

Sì, è vero, molto dipende dalla sensibilità dall'elasticità e dal buon senso del Consiglio di Classe, ma ed anche vero, che gli obiettivi minimi vanno riferiti a quelli minimi della classe, quindi sempre a quelli stabiliti dal Ministero della Pubblica Istruzione.

Io trovo molta difficoltà nel continuare un lavoro dovendo sempre ricordare ai miei colleghi curricolari che gli studenti che seguo hanno una certificazione di handicap,che per loro è importante raggiungere una preparazione sufficiente che li aiuterà ad inserirsi nel mondo del lavoro.
Trovo sempre più ostacoli quando chiedo che le attività didattiche vengano presentate nel modo più individualizzato possibile.

Come si può agire per organizzare al meglio le attività didattiche in modo che questi giovani non si scoraggino ma, anzi, riescano a migliorare la propria autostima?

Ci sono dei riferimenti legislativi ben precisi?
Cosa deve fare il Consiglio di Classe? A proposito, attualmente sto percorrendo la via di organizzare un consiglio di classe con la presenza di alcuni genitori dei ragazzi con handicap, con lo psicologo.
Per questo se riuscite a darmi dei consigli, delle indicazioni mi farete cosa molto gradita.
Vi ringrazio della vostra attenzione.

Gabriele

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