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Subject  :  «Hanno mandato in fumo un modello d’integrazione»
Author  :  edscuola redazione@edscuola.com
Date  :  30 Mar, 2005 on 07:06
da Corriere della Sera
Mercoledì, 30 Marzo 2005

L’EDUCATRICE

«Hanno mandato in fumo un modello d’integrazione»

«Siamo un istituto multietnico e all’avanguardia, ma di recente vedevo aggirarsi personaggi dubbi»

Negli ultimi quindici-venti giorni non era più tranquilla come al solito: «Dopo gli anni difficili della malavita in via Emilio Bianchi, la materna e l’asilo nido di via Brivio hanno conosciuto un periodo di semi-tranquillità. Qualche furto, piccoli atti vandalici. Da qualche tempo, però, intorno alla scuola sono tornati ad aggirarsi alcuni malviventi». Laura Crippa è l’educatrice storica di via Brivio, dove lavora da 37 anni. Che cosa la preoccupava ultimamente?
«Intorno all’edificio scolastico si muovevano personaggi dubbi. Attenzione, però: io non ho prove in mano per affermare che fossero delinquenti. Semplicemente vedevo in giro gente di cui non c’è troppo da fidarsi. Ciò non toglie che devono essere i carabinieri a stabilire le cause dell’incendio».
Ma intanto le vengono le lacrime agli occhi.
«È una grande tristezza vedere che è andato letteralmente in fumo il lavoro di tanti anni».
Che cosa intende dire?
«Nel tempo abbiamo fatto tutto il possibile per rendere una scuola di frontiera il più accogliente possibile. Foto appese ai muri, giochi d’ogni tipo, aule colorate curate nei minimi dettagli: ultimamente alcuni educatrici con la passione del teatro erano anche riuscite a ottenere il teatrino per i burattini».
Chi frequenta l’asilo?
«È una materna multietnica. Ci sono bambini d’ogni Paese del mondo. Cinesi, filippini. Gli immigrati rappresentano il 33 per cento dei bimbi».
Via Brivio è sempre stato un posto all’avanguardia per le sperimentazioni educative.
«Nel 1988 è stato inaugurato qui il primo micronido milanese. È una struttura in cui si possono ospitare bambini tra i 18 mesi e i due anni insieme agli alunni della materna. È un modo per rispondere sempre più ai bisogni delle famiglie».
E adesso?
«Ormai se n’è andato un pezzo di vita di tutti noi. È impossibile non farsi assalire dall’amarezza guardando le aule invase dalle macerie».

S. Rav.


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